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Panama, istruzioni per l'uso

Itinerari, Tour e Idee di viaggio

Una guida breve quanto completa da leggere prime di partire per panama, di Maria Gallana - Inviato il 13 novembre 2005 da Maria Gallana.

Panama, istruzioni per l'uso

Sito o fonte Web: www.panamaturismo.info Panama é sicuramente un Paese bendito por Dios: la sua posizione geografica, ad ansa, lo protegge da uragani,cicloni e altre calamitá naturali che affliggono ciclicamente il centro-America. Mi spiegano che anche per questo il famoso Canale é stato costruito proprio qui! E i panameñi, tutti, vanno giustamente orgogliosi di questa immane ‘via di transito interoceanica’. E l’orgoglio patriottico é diffuso. "Orgullosamente hecho en Panama". "Un Canal, un solo nombre: Panamá". Questi alcuni degli slogan che campeggiano nei titoli dei giornali, che risuonano dai canali tv pubblici e che si vedono un po’ ovunque: sulle facciate degli edifici e sulle bandiere che i panameñi fanno sventolare dalle loro case.

Ad un europeo, queste espressioni cosí nazionaliste paiono strane, come pare strano l’inno nazionale il lunedí nelle scuole e i molti ‘desfiles’ che in varie occasioni (Día de la Patria, Día de la Liberación) si organizzano un po’ in tutto il Paese. Parate della gioventú panameña, agghindata in uniformi lucidate e armeggiante bandiere, gagliardetti, stendardi di tutti i tipi mentre un rollío di tamburi accompagna il tutto. Nelle scuole, cartelloni e inni alla Patria, benedizioni divine e altre invocazioni-preghiere e ringraziamenti che le varie classi preparano sotto la guida, attenta, degli insegnanti.

Il Paese é considerato sacro e intangibile e ogni osservazione o critica é considerata offesa ‘personale’. Parlando con la gente si nota una forte e diffusa avversione per tutto ció che é ‘gringo’ e una rabbia, ancora aperta e bruciante, per l’invasione statunitense di circa dieci anni fa.

- Venire ad invadere un Paese di tre milioni di abitanti, ad ammazzare gente innocente per prendere un narcotrafficante che loro stessi avevano messo.

- Ricordo le bombe, ricordo i saccheggi dei magazzini, dei negozi. Il Paese era senza controllo.

- Ricordo che mi hanno portato in prigione e mi hanno dato un sacco di botte. Qualcuno non é piú tornato a casa

- Noriega? Adesso se la passa bene, dicono che sia in una villa super-confortevole e protetta negli Stati Uniti. Da voi non é cosí. Vero? In Europa non comandano gli Stati Uniti come qui!

Che rispondere? Machiavelli non é un’opinione. Come giustificare peró che la forza di Panama sta proprio - volenti o nolenti - nella forte influenza statunitense? A malincuore, qualcuno ammette che il ritorno del Canale a Panamá (31 dicembre 99) non ha rappresentato una vittoria e che forse sarebbe stato meglio fare la fine di Puerto Rico, ‘colonia’ americana nel Caribe. L’impressione che se ne ricava é che questo popolo-bambino sia facilmente plagiabile e che la demagogia, qui piú che altrove, sia un facile terreno. Qualcuno dice, ridendo, che durante l’invasione gli unici negozi non saccheggiati sono stati le librerie. Non si fatica a crederlo. Pochi leggono o viaggiano, ma quelli che possono mandano i figli a studiare in elitari colleges europei o statunitensi.

I ragazzi sotto i sedici anni non possono uscire alla sera dopo le otto ‘se non accompagnati da un adulto’. Ma mi chiedo chi fará rispettare questo ‘coprifuoco minorile’. In un Paese che sembra autoritario, nessuno esercita realmente alcuna autoritá. I giovani sembrano abbastanza rispettosi di regole, norme, ruoli e trascorrono il tempo in inviti reciproci per ‘la festa dei 15 anni’, in bigliettini di invito, nella scelta del vestito per la festa del diploma. É un Paese che adora le formalitá, i certificati, i pezzi di carta, le dichiarazioni. Ma lo sfoggio é, come tutto, piú apparente che sostanziale. Non fosse un popolo profondamente pacifico, la combinazione ignoranza-violenza sarebbe davvero esplosiva.

In occasione delle festivitá religiose viene vietata la vendita di alcool e derivati. E tutti o quasi vanno alla Santa messa e si dichiarano fedeli alla Chiesa cattolica romana. Anche la religione, come tutto il resto, é formale e si benedice tutto con la stessa compunta serietá: la pizzeria, il bambino, la banca. La famiglia é un valore in sé, ma molti hanno figli diversi da donne diverse. Che li mettono al mondo... "cuando Dios quiera". E tanti non vedranno mai una scuola!

L’unico vero interesse sembra essere il Sesso (con la S maiuscola). Tutti ci pensano e lo praticano con grande disinvoltura, ma tutto ció che riguarda la sessualitá é censurato, proibito, nascosto. In molti luoghi di lavoro si vietano alle donne i pantaloni perché potrebbero suscitare... desideri morbosi. Molte sostengono che il ‘machismo’ é dilagante, peró poi ammiccano con gesti e provocazioni sessuali in una perfetta complementarietá.

La vendita, emblema e simbolo del capitalismo, é quasi sempre gestita in modo casuale. Casuali gli ammassi di mercanzia nei negozi dove si vendono chitarre con lenzuola, quadri con biciclette, e dove non capisci mai il dove e il come. Se entri nessuno ti bada. Chi mangia, chi beve, chi si fa le unghie. Tutti pagano tutto a rate e tutti scrivono assegni. Quasi nessuno usa i contanti e tutti hanno paura dei ladri e delle rapine. Sará. Ma a me questo Paese appare piú incasinato che violento.

L’esercito regolare é stato sciolto dopo i "fatti di Noriega" ma ovunque ci sono guardie private. La droga esiste, ma non é una ‘piaga sociale’ e non causa violenze quotidiane come in Europa. Infatti la percentuale dei ‘consumatori’ é bassa e non esiste l’eroina. Qualcuno mi spiega che é una scelta ‘di mercato’: i narcos preferiscono tenere tranquillo questo Paese dove possono "lavare" denaro in quantitá. E Panama é sicuramente un luogo dove si ‘blanquea dinero’. E tanto.

Lo vedi dalle molte societá di prestiti (a tassi irrisori), alla potenza e al numero incredibile di banche, ai molti lussuosissimi hotel e ai grattacieli che nascono come funghi. I conti bancari sono intestati a societá anonime ed é successo che su un conto sia transitato, per errore, un milione di dollari proveniente da chissá dove e diretto chissá dove. Con centomila dollari si ottiene la residenza senza bisogno di tanti papiri. E' facile comprendere come qui, piú che altrove, ci siano signori rispettabilissimi e sorridenti con condanne pendenti per omicidio, rapine, sequestri... Mi spiegano che se ‘stanno tranquilli’ nessuno li tocca e che l’ordine di espulsione viene dato solo se il governo d’origine fa forti pressioni, oppure se la DEA é sulle loro tracce.

Tutto si compra. La corruzione é capillare, diffusa, ma... allegra! "Tranquilo", "Mañana", "No se preocupe" sono le ‘frasi topiche’. Capisco come la corruzione abbia una sua forte ragione logica: gli stipendi sono bassissimi e il costo della vita (e l’offerta di prodotti) é in proporzione decisamente alto. La gente in genere non ha grandi aspirazioni e lo scopo non é guadagnare, ma disfrutar, cioé godersela. Ho sentito di gente che, appena ritirata la quinzena (quindicina), non ritorna a lavorare. E quando finiscono i soldi, tornano, come se niente fosse, dal datore di lavoro. Mi chiedo, in un sussulto sindacalista, da dove comincerebbe Cofferati...

Quantitá enormi di birra circolano alla vigilia delle festivitá, che qui sono proprio tante. La cittá, come per incanto, si svuota. Vanno all’Interior, cioé nei territori interni di Panama (Las Tablas, Chiriquí) a trovare amici, parenti, in una ubriacatura collettiva di birra, balli tipici e sesso a go-go. Panem et circenses: i Romani hanno fatto scuola nel mondo. Quando si riprende, la locura di sempre: code infinite, tranques (ingorghi) nelle poche strade cittadine e confusione ovunque. Se hai un appuntamento, un impegno, un orario da rispettare, devi pensarci per tempo. E se hai fretta... te la fai passare.

In un Paese che ha la stagione delle piogge, nessuno sembra attrezzato né abituato alla pioggia: l’escursione termica (giorno-notte ed estate-inverno) sará di cinque gradi. Cioé tra i 25 e i 30 gradi tutto l’anno. Il calore non raggiunge mai i picchi delle estati europee, ma qui nessuno pare sopportarlo, anzi lo combatte con una feroce aria condizionata. Urlano e gridano con orrore infantile se vedono un ragno, uno scarafaggio. Neanche vivessero in Svizzera...

Il famoso Canale

Giá Carlo I di Spagna, nel 1534, aveva ordinato il rilevamento di un tracciato che trasformasse in realtá il sogno di unire l’Oceano Atlantico con l’oceano Pacifico. Ci vorranno oltre tre secoli prima dell’inizio effettivo della sua costruzione affidata agli Stati Uniti dopo che Panama, separatasi dalla Colombia nel 1903, aveva ottenuto l’indipendenza.

Il progetto, monumentale, richiederá circa dieci anni e comporterá investimenti finanziari colossali e ardite soluzioni tecniche: dalla costruzione di una enorme diga in terra, ad un imponente sistema di chiuse. Lungo circa 81 km, richiede a una nave di media grandezza circa nove ore di transito. Dalla sua inaugurazione, nel 1914, a oggi, sono transitate oltre 800 mila navi e senza dubbio il Canale continua a rappresentare per il commercio mondiale un tramite rapido ed economico mentre Colón, cittá all’imbocco dell’Atlantico, é diventata una delle zone franche piú grandi del mondo. Il trattato Torrijos-Carter del 1977 e la commissione di gestione del Canale prevedevano una gestione congiunta fino al 31 dicembre del 1999, momento in cui il Canale e le zone occupate dagli statunitensi sono diventati solo panameñi.

La cerimonia, coincidente con le feste del Millennio, é stata anticipata al 14 dicembre e il Paese tutto si é unito alle interminabili e diffuse celebrazioni per questo storico evento. Molte delegazioni straniere, dal Re di Spagna ai presidenti di Colombia, Messico, Ecuador, Bolivia, hanno partecipato alla reversión. Grande assente, ingiustificato, il Presidente amricano Bill Clinton, che ha delegato Jimmy Carter, l’allora firmatario del trattato, a presenziare l’atto della ‘consegna’.

In un breve discorso l’ex presidente ha sottolineato che, nonostante l’amministrazione del Canale sia passata ai panamensi, questa via appartiene a tutta la comunitá internazionale. La nuova presidentessa in carica, Mireya Moscoso, dopo aver ‘lamentato l’assenza del Presidente Clinton’, ha smentito le voci secondo le quali il Canale cadrebbe sotto l’influenza della Cina. Indubbiamente non sará facile gestire gli enormi interessi economici che gravitano su questa via interoceanica e la endemica corruzione che da sempre dilaga nel Paese.

Un salto nel Caribe

Sí, Panama é molto piú che un Canale e le sue bellezze naturalistiche sono tante, variegate e molto poco pubblicizzate. Sede dell’istituto Smithsonian, specializzato in investigazioni tropicali, l’istmo panameño viene studiato da eminenti scienziati internazionali per l’incredibile bio-diversitá faunistica e naturale. Più di 14 sono i parchi naturali nella sola cittá di Panama.

Nella zona del Caribe ho trascorso qualche giorno a San Blas, vicino alla Colombia. Definito ‘il paradiso perduto’ per la sua incredibile bellezza, questo arcipelago é formato da quasi 400 atolli disseminati in acque cristalline, e quasi tutti disabitati. Il viaggio viene effettuato in piccoli aeroplani da una quindicina di posti ed é a dir poco avventuroso! Dura circa mezzora, ma la precarietá del volo e la sua originalitá (si ferma come un taxi in varie isole, scarica bagagli e passeggeri vicino alla capanna...) lo rendono indimenticabile.

A caso mi sono fermata a Porvenir, dopo un atterraggio alquanto fortunoso. Lo spettacolo, appena scesi, ripaga di tutti i patemi. Tutt’intorno, disseminati in un’acqua trasparente dai colori incredibili, isolotti di tutte le dimensioni e colori circondati da una spiaggia bianca finissima. Sotto, coralli e fondali mozzafiato! Ovunque, un silenzio irreale. Lo chiamano hotel ma é formato da varie capanne di bambú e non ci sono quasi i servizi: un generatore dá qualche ora di luce, di notte ci si muove con le lanterne. Una piccola comunitá kuna (gli indios del luogo) dichiarata nel 1957 ‘riserva’, e dotata di autonomia amministrativa e politica, lotta quotidianamente contro speculatori e affaristi di ogni tipo proprio per preservare questi luoghi incontaminati.

La mia capanna non ha pavimento e dalla sabbia finissima entrano dei piccoli granchi a curiosare. Mi sembra un luogo cosí armonico! Parlo con il saila (l’autoritá del luogo) e mi offro come insegnante di lingue. Gratis. Dice che ne parlerá al Congresso Kuna: possono darmi in cambio un’isola, ce ne sono tante disabitate...

I kuna vengono studiati da antropologi di tutto il mondo: hanno una societá matriarcale, credono negli spiriti e le donne dai tipici costumi colorati fabbricano le famose ‘molas’ che giapponesi e americani rivendono nei loro Paesi a prezzi proibitivi. Penso che se riuscissi a portarci internet realizzerei il mio sogno: comunicare con il mondo, standone completamente fuori.

Sempre nel Caribe, peró dalla parte del Costa Rica, si distende un altro incredibile arcipelago, Bocas del Toro, famoso perché Cousteau veniva a farvi immersioni. E' un crocevia di afro-caribeñi sin dal XVI secolo per il commercio lucroso delle banane. Isole ricche di mangrovie e di selva tropicale, fanno da cornice ad un luogo che conta migliaia di specie marine, molte protette dal Parco marino Bastimentos. Mi sembra nell’insieme piú turistico e ‘sfruttato’. Scopro che ci sono diversi italiani, dall’aria post-sessantottina, che hanno aperto piccole attivitá: un ristorante, una pizzeria, un hotel. Alcune isole sono abitate dai pacifici Guaymie, indigeni dagli usi e costumi ancestrali che sono disseminati in tutta l’area della regione chiamata Chiriquí Grande. Molto diversa é la Costa pacifica: le notevoli maree e le grandi onde la fanno preferire dagli amanti del surf e degli sport acquatici.

L’Arcipelago di Las Perlas, Coiba e altre piccole meraviglie hanno avuto un notevole sviluppo turistico grazie alla presenza di Tedeschi e Americani. Se i due versanti oceanici sono un paradiso per gli amanti del mare, l’interno lo é per gli appassionati della ‘selva’. Una incredibile varietá di vallate e montagne dai colori meravigliosi e dalle altezze vertiginose: il solo vulcano Barú misura piú di tremila metri ed é meta di numerose escursioni. Intorno a Boquete una vegetazione curata, ricca di fiori multicolori e lussureggiante: banani maestosi crescono vicino agli abeti mentre le felci di montagna si intrecciano con le piante di caffé. Insomma, flora alpina e flora tropicale si mescolano in un habitat fresco, circondato da ruscelli e cascate. E’ come se la valle di Susa venisse trasportata ai Tropici!

Qui ho visitato i grandi cafetales, le piantagioni di caffé di montagna i cui frutti vengono apprezzati in tutto il mondo e serre con prelibatezze di ogni tipo: fragole, asparagi, zucchine, meloni. Intorno, tucani, pappagalli e molte altre specie colorate. (Pubblicato il 13 novembre 2005) - Letture Totali 95 volte - Torna indietro



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