Danimarca. Copenhagen

Da non perdere (sintesi)
E' una città funzionale e funzionante che alterna le strade ai sentieri nel verde. Il cuore cittadino è il Strøget, una fettuccia pedonale lunghissima che attraversa tutto il centro e su cui si affacciano negozi, caffè e ristoranti. È in fondo allo Strøget che Copenaghen si rivela città di mare e ricorda all'ospite il suo passato di capitale culturale e centro di un impero nordico. Giunti a Kongens Nytorv, la grande piazza creata nel 1672, sulla destra spicca il Kongelige Teater, a sinistra sorge l'edificio in stile barocco che ospita l'Accademia di Belle arti, sede di mostre di pittura, e poi il vecchio porto-canale, Nyhavn, con una ventina di ristoranti davanti ai quali, in estate, si può anche prendere il sole sorseggiando una birra, assai popolare da queste parti, compagna delle serate allegre e di quelle tristi. Se d'estate, inebriata dal sole, Copenhagen è splendidamente estroversa ma superficiale, è d'inverno che la città mette a nudo la propria identità. L'inverno è la stagione in cui i suoi abitanti tornano a essere se stessi, lottano contro il buio delel lunghissime notti e ne affrontano i fantasmi. E il periodo di Natale è il trionfo della luce, artificiale s'intende, che per contrasto fa risplendere ancora di più strade, negozi e grandi magazzini. Julemarked, il mercato natalizio, (ninnoli, decorazioni, cornucopie, dolciumi e compagnia bella) del parco divertimenti di Tivoli, aperto fino all'antivigilia, ed è tanto bello che pur non essendo nato come attrazione turistica ha finito per riscuotere grande interesse e curiosità anche all'estero. La Sirenetta, lo scoglio dove la fanciulla ricorda per l'eternità l'amato principe, rivolta verso il mare. (Pubblicato il 22 maggio 2004)