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Vietnam: impressioni di viaggio...

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Impressioni di viaggio in Vietnam, di Marcella Vinciguerra - Inviato il 14 gennaio 2004 da Marcella Vinciguerra.

Vietnam: impressioni di viaggio...

Ho Chi Minh City, 23 novembre 2001. Beh, se l’entrata in Laos dalla Thailandia è stata un’ Odissea, sicuramente l’uscita per entrare in Vietnam ne è il perfetto epilogo… Nove ore di autobus locale con tanto di galline, sacchi di peperoncino, banane e persino un’iguana per arrivare a Savammaketh... Otto ore di camion (sì. avete letto bene, autocarro) rozzamente cammuffato da autobus con panche in legno dure come pietra su una strada-non-strada sterrata e piena di buche in mezzo al nulla di villaggetti sperduti... Mototaxi... Camminata con zaini... Procedure varie di uscita ed entrata dai rispettivi paesi... Ancora mototaxi per arrivare al primo villaggetto oltre al confine, Lao Bao... Trattative interminabili per minibus... Per arrivare finalmente, stremati, dopo ulteriori cinque ore di viaggio al buio a Hue, in Vietnam. Iuhhhhh.

La classica esperienza da raccontare di fronte ad un buon bicchiere di vino e la pancia piena e concludere con un "Mai più!"

Ma fa parte del viaggio anche questo e, alla fin fine , ne è valsa la pena. In Vietnam ci aspettano altre comodità: il Paese è in pieno sviluppo turistico e tutto è molto più semplice e pratico... e meno bello. Difatti, migliaia di motorini e biciclette ingorgano le strade, mendicanti e bambini ti assaltano con le mani piene di souvenir, cyclo-man e mototaxi non ti lasciamo respirare. Ad Hue ci prendiamo comunque quattro giorni di comfort in albergo e pigroneggiamo tra le belle vie piene di negozi e ristoranti, scattiamo fotografie tra le straripanti bancarelle del mercato, ci facciamo scortare dai cyclo-man ad ammirare la cittadella, i templi, le studentesse nei loro elegantissimi e raffinati abiti bianchi. Il tempo putroppo non è un granchè e saltano molte delle escursioni previste, anche quella alla DMZ, la zona demilitarizzata. Recuperate le energie spese in Laos, scendiamo a sud per arrivare ad Hoi An, una bellissima cittadina a bordi del fiume, dove perlopiù, causa tempo molto piovoso, ci diamo alla cultura culinaria: il cibo vietnamita è eccezionale, ricco di verdura, frutta, carne, pesce, rinvigorito con erbe dal sapore pungente e pepe macinato grosso. Una delizia per il palato, cosa che non si può affatto dire per il vino: pietoso!

Hoi An e’ molto turistica, ma per due avventurieri come me e Jens non è certo un problema: noleggiamo due biciclette (meno di un dollaro al giorno) ed entriamo nella realtà dei villaggi vietnamiti, dove la vita scorre uguale tutti i giorni tra lavoro nei campi, mercato, una birra al bar, saluti amichevoli ai pochi turisti che si inoltrano aldilà delle piste battute. In una delle escursioni riesco addirittura a giocare con un rudimentale "calcetto" in legno con tre ragazzi locali, che incuriositi e divertiti (sapete che sono un campione, no?) mi sfidano singolarmente... Prima andare a goderci un po’ di mare a Nha Trang, visitiamo My Son, uno dei centri storici culturali vietnamiti di massima rilevanza, un po’ una delusione, forse perchè tutto è tutto così, tremendamente, organizzato.

Na Thrang è una città caotica spaccata in due realtà: quella locale dei mercati, del cibo-per-la-strada, della gente in bicicletta e motorino, e quella turistica, il lungo mare della spettacolare baia dai contorni montuosi, i bei marciapiedi, i ristoranti e i locali sulla spiaggia. Niente male, ma insomma... Il mare ce lo godiamo solo l’ultimo giorno quando grazie a un pallido sole riusciamo a fare un tour in barca per un po’ di snorkeling e una sbronza generale alimentata dall’happy hour del floating bar (bar galleggiante): grandioso! E’ ora di scendere verso la capitale e porre fine al tour del Vietnam. Purtroppo, il Nord è saltato, ma i piani sono fatti per essere cambiati. Ho Chi Minh City (ex Saigon) non mi piace: caotica, rumorosa, cara, stressante, il tutto condito dalle interminabili ore passate alla polizia locale per il furto del mio portamonete (sono stata scippata, ma nulla di grave). Tagliamo la corda per inoltarci tra i mille canali del Delta del Mekong, per un Tour superturisticomegaorganizzato, ma ben fatto. Affascinante! Ottima la guida che ci fa entare in due giorni nelle produzioni locali: i noodles di riso, gli incensi per venerare il Buddha, le caramelle al cocco (deliziose!), la frutta e la verdura. E' incredibile! La maggior parte delle lavorazioni s svolge ancora manualemente e il business è tipicamente a conduzione familiare. C'è la donnina che tutto il giorno cuoce enormi crêpe di farina di riso per essere poi tagliate a mo’ di tagliatelle, c'è il ragazzotto con le mani a mollo per lavare il riso, c'è l’opeario che intinge la bacchetta usata per gli incensi nella colla e poi nella polvere di incenso (foglie triturate), nella colla e poi nella polvere di incenso, nella colla e poi nella polvere di incenso per otto volte di seguito, senza una pausa... Penso proprio che non mi lamenterò più per una giornata passata davanti ad un computer, comodamente seduta su una sedia con schienale imbottito, con pausa pranzo e pausa caffè. La visita al Tunnel, la città sotterranea costruita dai “Guerrilla” sudvietnamiti durante la guerra è l'ultimo must prima di lasciare il Vietnam. Domani prendiamo un volo per Siam Rep. La Cambogia ci attende! (Pubblicato il 14 gennaio 2004) - Letture Totali 67 volte - Torna indietro



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