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Friuli Venezia Giulia tra borghi e tanta Natura

Racconti e Articoli di Viaggio

Un giro itinerante in Friuli Venezia Giulia tra borghi e tanta Natura, di Marco Ciccone (ciccone.marco@inwind.it)

Friuli Venezia Giulia tra borghi e tanta Natura

Quest’anno inventando le nostre vacanze, ci siamo detti che forse potevano tornare a fare un viaggio itinerante (in Italia e in Agosto), scoprendo poi, che con le dovute precauzioni per una famiglia con un bambino di 4 anni, questo è possibile.

Ecco che allora è nata l’idea del Friuli speranzosi soprattutto di assaporarne la Natura nei suoi Parchi, con l’obiettivo di incrociare lo stambecco, e girare poi tra i suoi borghi e per Trieste, una città che volevamo visitare da tempo.

Per la prima parte del viaggio la scelta, senza indecisione, è di fare base di appoggio ad Erto, un paese montano non “imbellettato”, all’interno del Parco delle Dolomiti Friulane. Questo perché quest’anno ricorre il 50esimo del Vajont e poi è il paese letto nei racconti di Mauro Corona (che vedremo tutti i giorni vicino al suo laboratorio), persona disponibile con tutti quelli che vogliano scambiare con lui semplici e cordiali parole.

Giungiamo così in un caldo pomeriggio d’agosto a Longarone accompagnati dall’idea di vedere comparire tra le montagne sulla nostra destra la sagoma della Diga, e questo, memori di quanto accaduto lascia in auto un velo di tristezza.

Questa emozione, insieme a commozione e rabbia, riassume lo stato d’animo che viviamo nei due luoghi simbolo della memoria ad Erto: la diga appunto, e locale museo della tragedia.



Non solo la memoria, ma anche la cupidigia di alcuni uomini leggiamo tra i pannelli fotografici del museo, tanto da far più di una volta riaffiorare le parole taglienti di Paolini che, nel suo memorabile monologo, ha avuto la capacità di far conoscere ai molti l’eccidio di oltre 2.000 persone. Parole che sulla coscienza si fanno pesanti come macigni quando visitiamo la diga: accompagnati da un superstite che narrando, collega le vicende personali ai fatti storici documentati, riapre delle ferite invisibili che si materializzano guardando il pezzo mancante del Monte Toc, rimasto così come impressionante monito per le future generazioni.

Non siamo però qui nelle Dolomiti solo per questo; intorno a noi tanta Natura e la voglia di scoprirla con nostro figlio. Ai piedi gli scarponi allora, a Claut bisogna trovare le impronte del Dinosauro che milioni di anni fa ne ha lasciate una da queste parti. La passeggiata si dimostra adatta a bambini appassionati di questi rettili che possono avvicinarsi al sito fantasticando (credo) un po’ su quello che vedranno.

In zona apprezzeremo anche l’oasi faunistica di Val Pianedo (tralasciando il fatto che siamo dovuti passare due volte, perché senza alcun avviso le attrattive del luogo, ad agosto in piena stagione turistica, chiudono il lunedì !!!) che accoglie in una vasta zona collinare cervi, caprioli, camosci e stambecchi, anche se noi siamo stati più elettrizzati dall’incontro “fortunato” e ravvicinato con una vipera dal corno, la più aggressiva della specie.

Interessantissimo per i bambini anche il centro visite di Cimolais (purtroppo per ragioni di budget non sempre aperto neanche ad agosto); famoso per la sua sala con pavimento multimediale e sensoriale, che cambia il tema delle figure proiettate dall’alto se calpestato, ma anche molto apprezzato per la sala “dei cassettoni” dove ad ogni anta si scoprono pellicce, suoni, richiami, rami, zampe etc della flora e fauna del parco … divertentissimo.

Tra l’altro qui scopriremo l’esistenza del nuovo trenino del Cellina, un’escursione che da lì a qualche giorno faremo nella Forra omonima durante lo spostamento verso San Daniele. continua "Friuli Venezia Giulia tra borghi e tanta Natura" (Pubblicato il 16 ottobre 2013) - Letture Totali 55 volte - Torna indietro



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