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Un arco con faretra e frecce

Racconti e Articoli di Viaggio

Il racconto di una delle più belle rivisitazioni storiche d'Europa: l'Horsens Viking Festival, Danimarca, di Pietro Tartamella

Un arco con faretra e frecce

Sito o fonte Web: www.cascinamacondo.com Horsens è strapiena di macchine e tutti i parcheggi sono occupati. Ci vorrà un'oretta prima di trovare un posto dove lasciare il camper, in una via privata, un po' lontana dal centro. Moltissimi sono i figuranti in abito medievale, è tutto un fermento di musiche e spade. Nel prato a ridosso della Klosterkirken, chiesa del 1200, fa bella mostra il primo accampamento: decine di tende ospitano artigiani in abito medievale. È una rivisitazione diversa dalle nostre, che conosco benissimo perché vi ho lavorato come poeta amanuense in costume. Le feste di Chieri, di Villanova, di Cuorgnè, di Saludecio, di Monteriggioni, di Alba, e tutte le altre, non hanno niente a che vedere con la festa di Horsens.



Questa festa vichinga e trasmette davvero la sensazione di essere ritornato, come per magia, in un tempo antico: addobbi minuziosi, coreografie attente e ben studiate, e un grande campo vichingo realizzato nel centro storico di Horsens ricreano ad arte l'atmosfera medievale. Le bancarelle del mercato, centinaia di strutture a tronchi incrociati coperti da un telo, vendono oggetti d'ogni sorta, ma coerenti con l'epoca.

Gli artigiani - giunti da ogni parte della Danimarca, dall'Olanda, dalla Sassonia, persino dall'Italia - contribuiscono a ricostruire l'atmosfera. Anche la piazza antistante la Vor Frelsers Kirke, tutta la via Borgergade, Piazza Torvet, Piazza Rådhustorvet e altre vie secondarie, sono stracolme di bancarelle. A fianco di ogni bancarella ci sono un fuoco, un bivacco e una catasta di ciocchi di legno. L'asfalto e i porfidi della strade sono coperti da un fitto manto di trucioli di legno che la gente calpesta passeggiando. Anche quella sensazione di trucioli morbidi sotto i piedi aiuta a ricreare l'atmosfera medievale.



La sera poi, l'illuminazione delle decine e decine di fuochi accesi ovunque e centinaia torce ad olio aumenterà a dismisura la suggestione. Seduto in spalla ad un uomo, un bambino accende le torce e i fuochi uno ad uno. Alcuni grossi tronchi, alti sino all'ombelico, sono stati scavati leggermente nel centro. Si accende l'olio versato nello spazio concavo e per tutta la notte funzionano da torcia e da riscaldamento. Ce ne sono a dozzine vicino ai chioschi e alle bancarelle, e qualche volta fanno anche fumo perché bruciano male. I lampioni, le panchine e i bidoni dell'immondizia, sono mimetizzati da coperture di tronchi. In ogni angolo musicisti in abito medievale e canzoni, figuranti con armature e lance...

Si cammina a rilento nelle vie stracolme di turisti e visitatori con in mano l'immancabile boccale di argilla ricolmo di Øl. Sono bellissimi boccali creati apposta per l'occasione che si acquistano con la birra, cosa che tutti fanno per averlo come ricordo. Noi ne acquistiamo cinque. I boccali di terracotta momentaneamente vuoti vengono tenuti con un laccetto legati alla cintura. La birra è protagonista assoluta della festa. La gente sbanda leggermente, e canta e applaude ai musicanti, compra ogni tipo di merce.



Decine di bambini figuranti vestiti di yuta e stracci, sdraiati per terra agli angoli delle strade nelle posizioni più assurde con una ciotola dinanzi, impersonano e mimano con viso sofferente i reietti, i lebbrosi, gli appestati e i poveri in cerca di cibo e di elemosina. Lo fanno con una tale convinzione, partecipazione e teatralità da conquistarsi la simpatia di tutti i passanti.

Tra loro si aggira una donna con capelli bianchi, naso acquilino e trucco sinistro. Ha tutta l'aria di una strega, ma è colei che - con colori e pennelli - crea ferite sanguinanti, cicatrici veritiere, bubboni e piaghe terrificanti sulle facce dei bambini, e anche di uomini e donne che davanti a lei aspettando in fila il proprio turno con la birra in mano. Vicino ai bivacchi accesi, ci sono anche grandi tavolate con gente seduta a bere e a mangiare. C'è un banco avvolto dal fumo dove vendono salsiccia cotta sulla brace, servita in una grande foglia verde di cavolo con contorno di cipolla e salsa piccante. Seduta ai i tavoli, per terra sull'erba o camminando in mezzo alla folla, la gente tiene la foglia nel palmo di una mano e mangia con le dita dell'altra. In altri banchi, la carne e la salsiccia viene servita con una tavoletta di legno, che si può acquistare come ricordo.

Dalla giostra, una giostra medievale vichinga, si leva improvviso un vociare gioioso e impaurito insieme. Un grande palo di legno, alto una decina di metri, è stato infisso per terra. Con corde robuste gli angoli di un quadrato di tronchi sono legati direttamente alla cima del palo. Bambini, donne e uomini sono seduti su quel quadrato di tronchi. Due servitori in costume fanno ruotare il quadrato attorno al palo e le corde, arrotolandosi, lentamente la sollevano in alto. Raggiunta fine delle corde, il quadrato viene lasciato libero e la giostra comincia a ruotare strappando grida semiimpaurite e festose. continua "Un arco con faretra e frecce" (Pubblicato il 14 gennaio 2004) - Letture Totali 93 volte - Torna indietro



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