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Parque Nacional Los Glaciares

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Resoconto della vista al Parque Nacional los Glaciares della Patagonia, di Adriano Socchi - Inviato il 13 gennaio 2004 da Adriano Socchi.

Parque Nacional Los Glaciares

Sito o fonte Web: www.adrimavi.com Al Parque Nacional los Glaciares tutti noi ci aspettiamo di vedere una sorta di Antartide in miniatura, un paesaggio di imponenti ghiacciai e grandi iceberg. Sebbene le dimensioni degli uni e degli altri sono assai più ridotte rispetto a quelli dell’Antartide, la somiglianza sarà palpabile e l’appellativo di "piccolo Antartide" assai azzeccata, specie per coloro che decideranno di compiere la traversata dello Hielo Patagonico Sur. Noi ci accontenteremo di ammirare il più turistico Parco dei Ghiacciai, in ogni caso in grado di accontentare anche il viaggiatore più esigente.



Per contemplare tutto questo puntiamo la nostra auto verso nord, in direzione di El Calafate base di partenza di tutte le escursioni per il Parque Nacional Los Glaciares. Lasciamo le Torri del Paine e attraversiamo la frontiera, tra Cile ed Argentina, a Cerro Castillo, dove facciamo carburante presso l’unico benzinaio del paese. Il distributore è curioso perché è sistemato all’interno di un gabbiotto di legno che funge anche da ufficio.

Qui accade che l’addetta al rifornimento distrattasi a parlare con noi altri si dimentica della pompa con il risultato che c’imbratta l’auto di benzina. Così nel trasferimento ad El Calafate oltre alla onnipresente polvere delle strade patagoniche ci accompagnerà un odore nauseabondo di idrocarburi raffinati. Da Cancha Carrera, posto di confine argentino, imbocchiamo la mitica Ruta 40. Tratti di asfalto perfetto si alternano a voragini spaventose, a improvvisi sterrati. E' prudente mantenere una velocità adeguata e calcolare lunghi tempi di percorrenza. Quando arriviamo ad El Calafate, le lunghe ombre del pomeriggio inoltrato si stendono davanti a noi.



Il nostro programma prevede un’escursione a piedi sul ghiacciaio del Perito Moreno, ma ci alziamo col cielo coperto. Scende una pioggia fine, a tratti insistente e fastidiosa. Non riusciamo a deciderci su cosa fare. "Ma perché dobbiamo sempre raggiungere o fare qualche cosa? Per una volta, non possiamo goderci e vivere la bellezza del Perito Moreno da comode passerelle, costruite appositamente per ammirarlo, senza doverlo necessariamente attraversare?" dice saggiamente Mavi. Decidiamo quindi di effettuare l'indomani l’escursione al Moreno (che oggi ammireremo dalle passerelle), sfruttando completamente le ore di luce, dato che il sole tramonta alle ore 21.40, e confidando in un tempo migliore, anche effettueremo le escursioni previste a prescindere.

Ci concediamo così un giorno di relax, avanti e indietro lungo la Avenida del Libertador General Josè de San Martin, principale arteria di El Calafate. Entriamo ed usciamo dai negozi che costeggiano la via. Batik, magliette, pile, ma soprattutto liquore e marmellata di calafate, il frutto simile al mirtillo da cui prende nome la città. Nel nostro gironzolare su e giù, ci fanno costantemente compagnia i deliziosi aromi di asado (carne alla griglia). Mai cena fu tanto attesa, è il caso di dirlo...



Il sole splende già alto in cielo quando partiamo per Puerto Bandera, dove ci imbarcheremo per la navigazione sul lago Argentino. La maggior parte degli escursionisti si accomoda all’interno del catamarano. Noi restiamo in coperta, indifferenti al gelido vento che. Anche se non siamo in Antartide, fuori dai confini del mondo, siamo pur sempre in Patagonia, ai confini del mondo.

A prua imbacuccato nel mio giubbotto, con la cuffia ben tirata sulle orecchie e l’inesorabile goccia che cola dal naso, scruto instancabile l’orizzonte immenso del lago. Voglio essere il primo ad avvistare un iceberg. Quando sono ormai in procinto di lasciar perdere e sedermi al fianco di Mavi e Ila, accovacciate al riparo del vento sotto le pareti della cabina di comando, intravedo un puntino bianco galleggiare in lontananza, alla fine del brazo norte del lago. Cinque minuti dopo quel punto diventa un ben definito iceberg. Il capitano annuncia al microfono l’avvistamento di un témpanos, così come chiamano qui gli iceberg, e il ponte viene invaso dagli altri turisti. continua "Parque Nacional Los Glaciares"

(Pubblicato il 13 gennaio 2004) - Letture Totali 69 volte - Torna indietro



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