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Commento ai commenti sul turismo sessuale

Viaggi e consigli del momento

Editoriale Agosto 2006 - Commento ai commenti sul turismo sessuale di Claudio Montalti - Inviato il 10 novembre 2006 da Claudio_Montalti.

Viaggi e consigli del momento: Commento ai commenti sul turismo sessuale

Sito o fonte Web: www.claudiomontalti.net Approfitto dell'ennesimo commento (non pubblicato per contenuti in gran parte osceni, che pubblicheremmo altrimenti volentieri, ancora di più se fossero firmati, come si firmano tutti gli autori - all'ottimo pezzo di Dario Bonomini "L'uomo di Fortaleza" su http://www.viaggiatorionline.com/news.asp?id=2522 per fare un editoriale.

Lungi dal volere mettere tutti d'accordo - il turismo sessuale è un argomento annoso che continua a sollevare accese discussioni ovunque - quel che non mi risulta ben chiaro, e mi dà da pensare, è tutto questo "campanilismo". Non so definire altrimenti il succo di tante repliche, nelle quali l'obiettivo principale sembra il volersi distinguere, giustificarsi e passare per vittime inconsapevoli, dalla tipologia d'uomo descritta da Dario. Sia chiaro che il pezzo non è stato scritto contro qualcuno, ma descrive una situazione reale.

Sicuramente l'autore ha accentuato gli aspetti (licenze lettararie?) che non gli sono andati giù, ma da profondo conoscitore del Brasile (ne ha infatti girato una buona fetta, come altri suoi ottimi pezzi su Viaggiatorionline dimostrano. NdR) se proprio a Fortaleza più che altrove ha rilevato queste problematiche un motivo ci deve sicuramemte essere.

Perchè allora tanto scandalizzato infervorarsi? Salta all'occhio di chiunque che molti di coloro che hanno scritto i commenti mancano spesso di autocritica. Non ho mai sentito un americano, un tedesco o un francese chiamare con un nome diverso dal suo quel che va a fare a Fortaleza (o a Cuba, o in Thailandia, tanto per rimanere alle mete più gettonate del turismo sessuale), mentre ho ascoltato fin troppi italiani darne una spiegazione diversa, sentimentale e ingenua, oppure scomodando improbabili tendenze solidali. Ognuno è libero di fare come meglio crede, purché si rimanga nel lecito questo sia chiaro, non è quindi questo il punto. Il punto è che l'Uomo di Fortaleza descritto da Dario non torna a casa migliorato nemmeno un po', ed è grave perchè aggiunge alla beffa dell'inutilità di un viaggio il danno della rovina - a lungo andare inevitabile - del tessuto sociale del Paese in cui si è stati ospiti, un comportamento - questo sì - che non si può non definire deviato. Oltretutto, per certe attrattive non è davvero necessario prendere l'aereo...

A scanso di equivoci mi sto riferendo a coloro che vanno a Fortaleza (o a Cuba, o in Thailandia) e tornano pallidi come sono partiti. Gli amanti, i veri amanti di questi posti, coloro che oltre al calore delle ragazze/i vivono anche quello della gente nel suo insieme, ci parlano, ci vivono, e tornano con una conoscenza più profonda della realtà in cui si sono trovati, dovrebbero assolutamente prendere le distanze e condannare senza mezzi termini questi personaggi. Se possibile, non dovrebbero nemmeno (a mio avviso) MAI aiutarli - tanti italiani innamorati di Fortaleza ci vivono sullo stereotipato Uomo di Fortaleza, oppure impegnarsi per dare un'immagine del Brasile che non sia solo quella del sesso facile. Invece, quella degli italiani affamati di sesso è un clichè che da anni si è aggiunto a quelli di "ladri, sfaticati e mafiosi".

Se così è, una ragione c'è, eccome se c'è!
Quindi, invito a postare commenti più sereni ed equilibrati, oggettivi. E comportarsi sempre bene, ovunque si vada, lasciando buon iricordi come persone e non perché si portano i soldi, imparando a vivere la realtà locale piuttosto di quella da "ricco" occidentale insediatovi temporaneamente, un comportamento da adottare senza indugi i rimanenti 350 giorni dell'anno, nella normale routine quotidiana. Niente e nessuno dovrebbe mai fare qualcosa di presuntuoso, arrogante, prevaricatore o dannoso verso il prossimo solo perchè "tutti lo fanno".

Ma forse, la morale dell'Uomo di Fortaleza - rivolta principalmente agli italiani - è proprio questa: quella di non arrivare a capire quanto siamo limitati, nel viaggio come nella vita.

Claudio Montalti (Pubblicato il 10 novembre 2006) - Letture Totali 50 volte - Torna indietro



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