Pesi e Misure

Sito o fonte Web: www.allamericabikers.com “Lei non sembra tedesco” - mi dice una voce molto profonda dall'altro lato dello sportello. E se non ci fosse quella strizzata d'occhi da parte del controllore, potrei credere che quel timbro, piombato con pesantezza sul mio passaporto, riporti la scritta “Da consegnare a Guantanamo”. Ma grazie a Dio la strizzata d'occhi c'è, e poco dopo ci troviamo a spingere le nostre gigantesche scatole da bici fuori dall'aeroporto. Che caldo. Ci scambiamo degli sguardi stupiti. Siamo a Faibanks in Alaska, mica a Fairbanks in Florida, no? Ventisette gradi e un sole che picchia. Ma pensa...

Montiamo le bici sotto gli sguardi stupiti dei nostri compagni di viaggio. Per quei cacciatori poco abituati alle due ruote, sarà un po' strano osservarci, noi che abbiamo abbassato l'età media dei passeggeri del volo dai sessantasei ai sessantacinque anni.

Comincio a pedalare. Mi porto in giro lo stordimento, lo stress e il sonno. Due borse dietro, due davanti, una sul manubrio più la tenda, il sacco a pelo e il materassino, 200 chili a pezzo. Come dire, l'equilibrio della bici non è più lo stesso. Quelle bici ci trasporteranno per dieci mesi, ma nessuno di noi si è preso la briga di caricarci sopra delle borse piene prima della partenza. Dev'esserci una progettualità dietro tanto dilettantismo.

Ci vogliono 100 chilometri per abituarsi ai nuovi rapporti di peso. Spesso mi sento come una piccola barca a vela che cerca di sottrarsi alle onde dell'oceano e di rientrare in porto. Velocità insuperabile, strabilianti capacità di manovra. Ieri abbiamo avuto il piacere di testare i nostri roadrunner col vento contrario. Da allora, l'espressione “seguire la scia” ha acquisito una saggezza nuova.

Se c'è un problema che non abbiamo è quello della navigazione. Avessimo un Gps, sarebbe la prima zavorra da eliminare per alleggerire il bagaglio. C'è solo una highway, in Alaska, che corre dritta e precisa. La parola “dritto” l'hanno inventata per descriverla. E poi c'è lo shock culturale di noi europei, che veniamo da una barchetta di carta galleggiante sull'immenso planisfero. Tutto qui è più grande. Un fatto positivo, per il menu burrito numero 1 di Taco Bell. Mica tanto piacevole, se riguarda le dimensioni della cassiera.Tutte le strade, anche le piccole laterali che collegano alla via principale una singola casa, hanno almeno quattro corsie. Fairbanks è una cittadina, ma ha le dimensioni di una metropoli europea. Ci mettiamo almeno mezz'ora dall'aeroporto all'ostello, per percorrere un centimetro e mezzo della nostra carta geografica.

Qui in Alaska, tutto è moltiplicato per dieci. Macchine, supermercati, distanze. Ogni tanto ci vengono incontro dei bus da viaggio che da vicino si rivelano dei camper.

Ad essere sincero, ancora non sento di essere arrivato. Fino a qui, questo viaggio è pura fiction. Ci metterò un po' di tempo per capire che sta capitando davvero. Credo che anche Broki si senta così, ogni tanto da dietro sento una voce: “Cacchio, siamo in Alaska!”


Questo è il breve racconto di una parte di un lungo viaggio lungo le americhe, in bicicletta. Potete seguire l’intero viaggio su www.allamericabikers.com (Pubblicato il 05 settembre 2006) - Letture Totali 59 volte - Torna indietro

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