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Twaregh: un popolo, cinque nazioni

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Breve saggio sui Twaregh del Sahara di Libia, Algeria e Niger, di Robo Gabr'Aoun - Inviato il 13 gennaio 2004 da Robo GabrAoun.

Twaregh: un popolo, cinque nazioni

Alcuni studiosi hanno visto in loro i discendenti degli abitatori di Atlantide, il mitico continente sepolto - pare - sotto le sabbie di Murzuq… Altri pensano che essi discendano in linea diretta dai Garamanti del Oued Ajial, nel Fezzan…Altri ancora sostengono che sono di origine asiatica… Che essi discendano dai Garamanti pare possibile, anche se studi autorevoli vedono invece nei Dawada della Ramla Zellaf le ultime vestigia di quel popolo guerriero che partecipò, a fianco dei Romani, alla battaglia di Zama contro i Cartaginesi…



Una cosa è però certa: sono Berberi, e la loro progenie arriva dalle genti dell’antico Fezzan, culla di tutte le grandi civiltà del nord Africa, compresa la Nilotica. Berberi di razza bianca, da millenni abitatori del Sahara centrale, dediti alla pastorizia e, in parte, all’agricoltura semi stanziale, quindi.

Se è vero che sono state trovate tracce di commerci transahariani (in senso est - ovest e viceversa) sotto forma di pitture raffiguranti carri, per alcuni sorta di segnaletica da pista carovaniera, è altrettanto vero che il commercio tra sahariano dei Twaregh è relativamente recente, importato dagli Arabi invasori: il controllo del traffico carovaniero è una fonte di vita “giovane” che non può e non deve essere considerata primaria nella cultura Twaregh.

La razzia, vista da molta della letteratura post colonialista come caratteristica principale della società Twaregh assume, è una nota assai marginale. Se ne deduce che l’intera strutturazione della società Twaregh fatta dalla storiografia occidentale è distorta. Così è dipinto un Targui: con tinte di romanticismo, uomini blu, guerrieri velati, predoni terribili e guerrieri coraggiosi. Indossare il velo, il Taghelmoust, contraddistingue infatti l’intera popolazione Twaregh, tanto che essi vengono anche definiti Kel Taghelmoust, le Genti del Velo… Pezza di cotone di diversi metri di lunghezza, il Taghelmoust viene tinto con l’indaco. L’uso comporta la comparsa di riflessi particolari, dell’intera gamma dei viola.



Per preservarne l’esistenza, il Taghelmoust non viene mai lavato… Il sudore dell’epidermide del viso stinge il velo, e riflessi bluastri colorano la pelle del Targui che lo indossa: Uomini Blu.

Una leggenda Twaregh racconta che essi portano il velo per la vergogna di una sconfitta subita in tempi antichi e mai riscattata. I soli uomini lo indossano, mentre le donne hanno il viso scoperto. Il Tagelmoust è un indumento di grandissimo valore, tanto che, ai nostri giorni, viene indossato raramente e solo in occasione di cerimonie o feste particolari. Al Tagelmoust il Targui sostituisce, nel quotidiano, uno cheche nero o bianco.

Infine predoni... E’ storicamente dimostrato che l’etnia Twaregh, ovvero la popolazione bianca, berbera, abitante il Sahara Centrale, praticò il controllo del traffico carovaniero dell’intera regione, istituendo una sorta di protettorato del commercio. La presenza di diverse Confederazioni, a loro volta suddivise in tribù e famiglie, generava uno stato continuo di guerra inter etnica per il predominio sul controllo delle tratte. Ecco allora definirsi, nel corso del tempo, una specie di casta guerriera il cui compito prevalente era il difendere (dietro compenso) una cerchia di persone e, in senso più largo, i villaggi e i loro movimenti commerciali attraverso il Deserto. Si trattò di vere e proprie Specializzazioni, anche se nella nostra storiografia classica i predoni sono visti come una parte della società castale sul modello del feudalesimo medioevale, ma è una forzatura. (Pubblicato il 13 gennaio 2004) - Letture Totali 125 volte - Torna indietro



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