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No lever, no coucher

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Parole di Alighiero Adiansi che descrivono l'erg Chebbi, Merzouga, Marocco, un posto magico a condizione di evitare le prime ore del mattino e le ultime del pomeriggio, in parole povere il "lever et coucher du soleil" - Inviato il 17 marzo 2004 da Alighiero Adiansi.

No lever, no coucher

Quando uscite da Erfoud, andate al bordj, appena fuori dall'oasi sulla sinistra. La stradina sterrata è molto ripida e qualche volta le macchine non ce la fanno a salire. A scendere non c'è problema e se rompete i freni finite giusti nel cimitero. Da sopra, godetevi il panorama del palmeto e dopo aver posato per la foto di gruppo date un'occhiata al sole: se è lontano dall'orizzonte potete partire per Merzouga. Certo per chi è stato nel Tenerè o nell'Hoggar o nell'Akakus o a Bergamo Bassa dopo le dieci di sera questo mucchietto di Sahara tra il Marocco e l'Algeria può sembrare più affollato di Piazza S.Pietro durante la Messa di Natale ma non scoraggiatevi: è un posto ancora magico a condizione di evitare le prime ore del mattino e le ultime del pomeriggio, in parole povere il "lever et coucher du soleil".

D'accordo... non avrete quelle belle diapositive che fanno sbavare i vostri amici, quelle con le ombre scure delle dune che si stagliano nel cielo infuocato, con la palla arancione del sole tagliata in due dalle nuvole, col profilo sinuoso dell' amichetta sdraiata sulla cresta della duna (e son cazzi convincere vostra moglie che era un cammello nano passato di lì per caso...)... è un peccato non vedere le montagne di sabbia cambiare colore, dal viola sfiga al rosa culo-di-neonato, dal giallino polenta-taragna al giallo polenta e brasato mentre il sole si posiziona sempre più in alto, dove per guardarlo ci vogliono gli occhiali da sole o le lacrime agli occhi... è un peccato, ma sempre meglio che essere travolti da una folla invasata di donne vecchi e bambini, vomitati da jeep super lusso, minibus colorati, pullman semplici, doppi e di linea, camper e roulotte, moto, bici e dromedari, tutti parcheggiati ai piedi delle dune che viste da un aereo sembrano gli ingranaggi di un gigantesco orologio meccanico. I tramontisti salgono in formazione squadriglia, tutti con le scarpe in mano, il che spiega la mancanza assoluta di flora e fauna locale (i dromedari sono originari di Casablanca), bambini che rotolano su e giù dalle dune (anche su, anche su...), fidanzatini che si fotografano in pose "molto naturali" con lo sguardo perso nell'infinito (mirate precisi perchè se spostate l'obiettivo come le spiegate le migliaia di persone sullo sfondo?).

Naturalmente tra la folla si mescolano venditori di tutto, suonatori di tutto, fumatori di tutto... Va beh... Silenzio adesso, ci siamo quasi. Il sole tocca l'orizzonte e l'erg è scosso da "OOOOOOOHHHH !!!!!!!!!!!", "BELLOOOOOOO!!!!!!!" e "AAAAAAAHHHHHH" oltre che da click, click, click, flash, flesh, flosh... Poi il tramonto finisce e tutti corrono giù al parcheggio per non restare intasati nel traffico tra i "Forza!", "Veloci!", "Andiamo!" e "Salire! Salire!" urlati dalle guide. "Adesso bisogna stare ben chiusi dentro i recinti del Fibule, del Soleil Bleu, dello Yasmina, non attraversate il deserto che rischiate la pelle!", dicono anche . E' un attimo, un momento di confusione poi, se guardate verso Erfoud, vedete una specie di uragano scuro. E' il polverone della mandria in fuga verso gli hotel e le docce calde. Pochi secondi e torna la pace. Il silenzio si riaffaccia guardingo sull'erg Chebbi, l'aria torna limpida. Mi arrampico sul tetto del Fibule, sotto rullano i tam-tam e fuma la Kalia. Il vento ci mette un po' a cancellare le orme, ma il buio passa una mano di blu sulle onde sinuose. Ecco! Adesso si vede dove finiscono le dune e cominciano le stelle. Adesso Merzouga è magica! (Pubblicato il 17 marzo 2004) - Letture Totali 63 volte - Torna indietro



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