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L'ingegnere, Eleonora e il destornillador

Racconti e Articoli di Viaggio

Racconto di una avventura e disavventura tra la gente di Guanabo, spiaggia di L'Avana, Cuba, di Luca

L'ingegnere, Eleonora e il destornillador

Quella mattina mi svegliai con la testa pesante. Inevitabile. Le 6 ore di jet lag non possono passare inosservate. Lasciato l’albergo mi avviai al luogo dove avevo appuntamento con Ronaldo, il tassista che la sera prima mi aveva accompagnato lì dall’aereoporto. Caricati i bagagli si punta verso est. Destinazione la Playa dell’Este.

Scesi dalla calle 23 detta la rampa ci si insinua nel traffico del Malecon. Questo mitico lungomare che accarezza la città dell’Avana è allo stesso tempo luogo centrale e spartiacque della città nei confronti di qualsiasi altrove. Il parapetto del Malecon segna il limite,per i più invalicabile, di questa città. Di fronte il mare che qui significa anche libertà. Di fronte Miami dove i traditori hanno trovato rifugio e da dove gli stessi inviano messaggi di libertà e tanti dollari verdi. Un tunnel sottomarino, orgoglio dell’ingegneria " rivoluzionaria ", ci porta oltre il molo. Attraversata la baia del porto e lasciato alle spalle il morro ci troviamo di fronte un posto di polizia.



La struttura è permanente e simile ad un casello autostradale. Il limite di velocità è di 40 km/h. I poliziotti sfoggiano dei modernissimi rivelatori a distanza della velocità che puntano sempre e solo verso le auto particular dei Cubani. Taxi ufficiali e auto noleggiate sono pressochè esonerate da ogni controllo. Grandi sono le strade che portano ad est e piccolo è il traffico di questo luogo dove un litro di Especial costa un dollaro e lo stipendio medio è di sei. Immensi cartelloni pubblicitari delle nuove società miste, costituite con lo straniero nemico ma ricco, ricordano che qualcosa sta cambiando.

Si procede sotto una pioggia fitta che innesca una sarabanda di profumi. Molti dei quali sono nuovi, mai sentiti, forti. Si capisce che la terra è fertile e che i frutti sono dolci. Cerco di spiegare all’amico taxista che cosa voglio. Mentre lo spiego a lui anche io l’imparo visto che sono in assoluta assenza di un piano, di un programma, di una qualsiasi forma di previsione. Banale ma efficace è la mia richiesta. Vorrei una casa o una camera sulla spiaggia. Trattandosi di una richiesta particular la destinazione pressochè obbligata è Guanabo. Quel giorno lo ripetei così come si legge in Italiano.

Molte settimane dopo quando lasciai quel luogo lo sapevo pronunciare come lo fanno loro: juanavo, morbida è la pronuncia come le colline che sovrastano la cittadina balneare. Lasciata la strada bianca che avrebbe continuato per Matanzas e poi proseguito per Varadero, si scende verso il mare in un viale costeggiato da enormi alberi tropicali carichi di frutti e fiori dai cangianti colori. Sui marciapiedi piccoli gruppi di scolari in rossa uniforme si muovono e corrono allegri. Quelli, mi spiegheranno, sono delle scuole elementari, mentre giallo senape è la divisa delle scolare delle medie. Il periodo speciale significa anche carenza di queste divise che danno ordine e decoro alla multicolore gioventù Cubana.



Spesso la gonna a pieghe plissè è troppo corta per le giovani che il sangue di Africana origine ha donato loro lunghe e tornite gambe in imbarazzante contrasto con l’innocenza del volto. In fondo alla discesa una rotonda, uno dei punti di riferimento di Guanabo in quanto era lì che trovavi la gasolina, El Rapido (autogrill ??) che si faceva apprezzare per l’orario di apertura: 24 ore. Anche la cabina del telefono era lì con apparecchi nuovissimi ed un servizio allo stesso tempo eccellente ed assurdo. Tre donne a turno di 8 ore presidiavano la postazione con l’unica mansione di vendere ai turisti la targeta per 10 dollari l’una. Durata per l’Italia:3 minuti.

Ronaldo inizia a guardarsi intorno mentre percorriamo la strada principale che attraversa Guanabo in tutta la sua lunghezza. Lo spettacolo è desolante. Decadente. Costruzioni che senza nessuna pretesa architettonica nello stato di abbandono in cui si trovano testimoniano senza mezze misure come questa gente se la stia passando.

Villette anche con piscina (fuori uso) costeggiano la strada ed hanno il retro verso la spiaggia. Ronaldo si ferma di fronte ad una che pur essendo orientata come da richiesta era anche particolarmente mal messa. Mi basta un’occhiata per far capire a Ronaldo, di latina perspicacia, il mio dissenso. Si prosegue e capisco che dove sono alberghi non esistono case e viceversa. Una signora ci accoglie in vestaglia non nascondendoci che lei è appena sveglia. Sono le 11 di mattina. La signora appartiene all’esercito delle cinquantenni che popolano il mondo della notte che pur sentendosi fuori posto ripetono a se stesse " si vive una volta sola ". La camera c’è ma si libera nel pomeriggio.

Sono 30 $ al giorno, eventuali pasti esclusi. Disponibilità di aragoste, camarones e frutta fresca. La signora che sa leggere la mia espressione e mastica un po’ di Italiano azzarda un’altra offerta che voleva essere irresistibile: " Tengo esperienza por cucinar spaghetti e il cafè sta espresso." Non volevo essere scortese, solo che la finestra della camera dava su una stradina che separava la casa dalla spiaggia, e la mia fantasia mi faceva immaginare traffici al chiaro di luna. Gentilmente accetto il biglietto da visita e passiamo oltre.

Ronaldo capisce che non mi può scaricare alla prima e si mette l’anima in pace. Percorriamo tutta la strada, visitiamo molte case fino ad arrivare ad un bivio. A diritto verso la tienda, a sinistra su una strada che costeggiava da dietro, verso la spiaggia, il mercato all’aperto. Una casa isolata, sulla spiaggia, con due palme davanti e tre dietro mi attira. E dipinta di color glicine. Qui non esistono glicini ma il colore è quello. Avvicinandosi si vede parcheggiata una 124 made in Togliattigrad che stempera ogni illusione che la casa appartenga a chiunque di tenore di vita sopra la media di quei luoghi così desolati. L’auto si ferma.

Le domande di Ronaldo ormai sono un rito: " Tienes un quarto con vista mar por turista Italiano ? ". continua "L'ingegnere, Eleonora e il destornillador" (Pubblicato il 10 gennaio 2004) - Letture Totali 89 volte - Torna indietro



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