Autostop per l'Himalaya
Autostop per l'Himalaya. Viaggio dallo Xinjiang al Tibet, attraverso Cina. Tibet, Nepal, India e Ladakh, monografia di viaggio di Seth Vikram - Prezzo € 9,30 208 p. Ed. EDT
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Un diario di viaggio, un racconto quasi giorno per giorno del percorso, degli incontri, dei pensieri e delle osservazioni. "Autostop per l'Himalaya" è scritto interamente in prima persona, nel dipanarsi del viaggio che, durante l'estate del 1983, attraverso la Cina, il Tibel e il Nepal porta l'autore a Dheli, in India. Il protagonista è un ventinovenne studente indiano, che dopo alcuni anni passati a studiare in Europa e negli Stati Uniti, si trova per delle ricerche a trascorrere due anni a Nanchino, nella Cina Orientale; l'idea è quella di passare le vacanze estive finalmente a casa con la famiglia, ma anziché ritornare con un normale volo aereo, Vikram opta per un percorso "più interessante"; percorso che lo porterà dallo Xinjiang ad attraversare Tibet e Nepal, prima rimediando avventurosi passaggi sui tir diretti a Lhasa, e poi addirittura a piedi per un buon tratto, a causa della recente alluvione che aveva portato via con sè il Ponte dell'Amicizia. Ho sempre apprezzato i libri "di viaggio", certo non è come viaggiare in prima persona, ma permettono comunque di venire a conoscenza di luoghi e culture che non ci appartengono, di allargare i propri confini mentali, di uscire dalla quotidianità di azioni e paesaggi; da questo punto di vista questo diario-racconto è doppiamente appezzabile: porta alla scoperta di culture lontane, quella intricatissima cinese e quella millenaria e martoriata tibetana, ma questa scoperta avviene attraverso gli occhi e la mente di un giovane indiano, quindi appartenente lui stesso a un popolo lontano con abitudini e stili di vita lontanissime dalle nostre usanze europee o comunque occidentali. Le pagine corrono via veloci, affascinando e coinvolgendo con le loro incisive descrizioni, e degli ambienti diversissimi che caratterizzano il viaggio, e dei fatti, un po' cronaca un po' storia, che hanno contribuito a formare i luoghi e le persone incontrati, dagli scempi della rivoluzione culturale, alle ambigue conseguenze della divinizzazione maoista, attraverso l'analisi "da dentro" dei mille risvolti dei problematici rapporti fra India e Cina. E dopo tutto questo, dopo questo viaggio di migliaia di chilometri senza la certezza di poter raggiungere la propria meta, dopo intere settimane passate a muoversi con i mezzi più anomali e a dormire nelle situazioni più improbabili, in una delle ultime pagine l'autore se ne esce con questo pensiero: "Per essere una persona con abitudini fondamentalmente sedentarie come sono io, ho girato abbastanza a lungo; [...] Mi stupisco di quei viaggiatori che vanno in giro per luoghi sconosciuti per anni e anni. Richiede un attitudine mentale capace di essere maggiormente appagata dal presente di quanto sia la mia." Quando qualche riga sopra parlavo di "diversità dei punti di vista"... (Pubblicato il 19 febbraio 2004) - Letture Totali 62 volte - Torna indietro
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