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Sapete quante volte mi sono chiesto...

Racconti e Articoli di Viaggio

Racconto di una strana, ed in parte anche azzeccata, scelta di viaggio nel Westrn australia, di Claudio Montalti - Inviato il 09 gennaio 2004 da Claudio Montalti.

Sapete quante volte mi sono chiesto...

Sito o fonte Web: www.claudiomontalti.net Sapete quante volte nella mia vita mi sono chiesto "Ma chi me l'ha fatto fare"?

Tante, e praticamente in ogni giorno in cui ho viaggiato. Del tutto comprensibilmente, mi piacerebbe che accadesse più spesso, ma non è questo il punto. Sono fermamente convinto che il viaggio deve essere il mezzo per fare esperienze diverse, per diventare persone diverse...

Come si può dire che una cosa piace o meno se lo la si è mai provata? Per questo i miei itinerari di viaggio difficilmente assomigliano a delle linee diritte, o dei circoli ordinati, ma molto più a strani ghirigori. L'importante però, dico io, è essere ordinati dentro. Giusto? E così i miei viaggi sono tante volte improvvisazione assoluta, un pentimento quasi costante per l'inutile deviazione o perdita di tempo ma anche, e meno male, strabilianti scoperte, spesso di quel mondo in gran parte sconosciuto che si trova dentro di me. Non so perché ho scritto queste cose. Infatti, non è che c'entrino poi tanto con quel che vado a raccontarvi.

Premetto che non avevo mai preso un pesce in vita mia e nemmeno avevo mai manovrato una canna - da pesca - oppure un retino, oppure una rete. Gli unici rapporti che avevo mai avuto con un pesce si erano svolti su un tavolo, con molta soddisfazione devo dire, oppure si sono sviluppati nei magnifici acquari che prendono il nome di barriera corallina, dove mi sono sempre immerso spesso e volentieri, con altrettanta se non maggiore soddisfazione, armato di maschera pinne e tanto fiato nei polmoni.



Durante il viaggio in Australia mi è successo di imbattermi di frequente- su giornali, televisione e nei negozi - su fatti e leggende di pesca. Così un bel giorno è successo il fattaccio. Mi trovavo a Perth e, galeotto il depliant della agenzia di viaggio interna dell'ostello, una foto e il prezzo. mi sono lasciato prendere da uno dei miei colpi di testa. Mamma mia che deviazione... ma che ci posso fare se prima ancora di rinsavire, ho messo mano al portafoglio e alla fedele carta di credito?

Siamo partiti in quattro, su una Ford dal colore ormai indefinibile, da Perth in direzione Geraldton. Definita dall'agente una "breve" tappa, la cosa si è subito rivelata un po' più lunghetta del previsto. Non fidatevi mai dell'opinione di un aussie (australiano) dell'ovest, detto anche wozzies (da Western Aussie)... per lui 600 chilometri sono un breve tratto di strada. Sfortunatamente, non è finita qui. Il mattino seguente ci siamo svegliato alle sei....

Sapete cosa penso in proposito? Stendo un velo pietoso. Ho stoicamente soppresso l'istinto che mi voleva poltrire a letto - in barba ai soldi già versati - e, soffrendo in silenzio, mi sono accoccolato sul sedile posteriore della Ford. Solo più tardi è saltato fuori che i miei tre compagni avevano stabilito che era il mio turno alla guida. E chi lo trovava, il coraggio di guidare?



Altra tappa, questa volta ragionevole per gli standard wozzies, di 1100 chilometri, verso Karratha, sempre più a nord. Cito giusto due parole lette in un volantino pubblicitario perché mi sono rimaste proprio impresse. “Guys, around Perth and Geraldton you are in W.A.. Once we get outside Geraldton, you will officially be in B.A... Bugger All!!" (Amici, nei dintorni di Perth e Geraldton voi siete in Ovest Australia. Una volta fuori da Geraldton siete ufficialmente in B.A., Tutti Nullità!!!") Tutto vero.

Il W.A. è realmente immenso nella sua desolazione, un altro piane e per giunto disabitato. Il limite di velocità, bloccato a 110 km/h, effettivamente eccessivo viste le strade diritte e senza incontrare nessuna macchina (e nemmeno polizia, of course) è costantemente disintegrato dai 140-150km/h della Ford, il cui motore è un gioiellino. Ogni oggetto che si muove più lento sembra onestamente strisciare nell'immenso tavolato deserto. Però, non è poi così deserto.

Quando mi parlavano del deserto, io pensavo una lunga strada dritta attraverso dune di sabbia e cammelli, ma nulla della terra che sto vedendo vi assomiglia. Il paesaggio varia dal "deserto" a "macchie di alberi e cespugli", a "cintura di colline rosse costruite dalle termiti" nei pressi di Carnarvon.



Su tutto, domina incontrastato il colore giallo delle infinite distese spinnifex, la dura e spinosa (e non commestibile) erba del deserto. A Carnarvon inizia la strada in cui gli emù sono considerati killer della strada. Sono veri killer, a quanto vedo: le carcasse delle auto che ne hanno avuto un incontro ravvicinato sembrano ancora tutte al loro posto.

Sono drammaticamente numerose, o forse è solo una mia impressione. In ogni caso, degli emù non si vede nemmeno l'ombra (voglio dire... io non ne vedo...), ma lo stesso la Ford non supera nemmeno per errore il limite dei 110 km/h. Il viaggio si è allungato a dismisura e ben ho pensato di concedermi un pisolo meritandomi l'odio dei compagni. Ogni volta che alzavo una palpebra, puntualmente tornavo a pentirmi della scelta.

Lungo, troooppo lungo, ma come il destino vuole, siamo infine giunti a Karratha. E' uno strano posto. Nulla sembra essere normale a Karratha. continua "Sapete quante volte mi sono chiesto..." (Pubblicato il 09 gennaio 2004) - Letture Totali 66 volte - Torna indietro



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