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Avventura in Corsica

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Cronaca di una toccata e fuga in Francia. Corsica, di Fulvio Buccianti - Inviato il 08 gennaio 2004 da Fulvio Buccianti.

Avventura in Corsica

Come fu che un gruppo di una decina di persone, di intelligenza media, sani di corpo e (apparentemente) di mente si imbarcarono in un’avventura ai limiti del credibile. Sappiamo tutti che hai Perelli si è sacrificato un paio di campi di barbabietole per far nascere una pista per piccoli aerei, di quelli che volano veramente come vedremo. I suddetti semieroi per qualche combinazione si trovano sul posto per ammirare un aereo di quelli che fanno fare i lanci ai paracadutisti.

Un buon aereo altrimenti non sarei a raccontarla. Dicono che può portare dieci o undici persone, ma di regola quelli che porta hanno tutti il paracadute e sono bravi, anche. L’arredamento interno proporzionato al lavoro che svolge, una panca, due portelloni molto ampi che fortunatamente sono rimasti chiusi anche se gli spifferi ci hanno fatto gelare i piedi.



Com’è andata. Qualcuno mi domanda se il mattino dopo voglio andare a Bastia con loro. Ma, se vanno loro vado anche io e ci diamo appuntamento per la mattina del sedici. La data è importante perché è la prima tempesta di vento del 2000 e poi la notte è peggiorato.

La mattina si arriva tutti, anche di più perché diversi in sovrappeso. Io fortunato perché mi è toccato l’unico sedile semidecente dato che ero il più anziano della combriccola. Il pilota bravo, ma mezzo matto. Si decolla in orario tra una puzza tremenda di cherosene ed effettivamente l’aereo vola in maniera decente, un paio di virate un po’ esagerate, una panoramica su Piombino e via verso l’Elba, e le prime nuvole. Le previsioni non erano buone, ma io ero abbastanza tranquillo perché RAI 3 diceva che il tempo era buono. Forse le previsioni erano quelle del giorno prima.

Si sale sopra le nuvole e si riesce a vedere l’Elba alla meno peggio. Qualche scossone, ma si va. L’aerei piccoli, ma anche i meno piccoli con cattivo tempo ballano come i veicoli sulle strade di Piombino. Dicono si vola a 3-4000 metri, non velocissimi perché il vento è contrario, qualche bella visione della Capraia e poi in vista della Corsica e si atterra felicemente in un magnifico aeroporto. Appena fermi si scende e l’omino che assisteva era un poco stralunato vedendo uscire così tanta gente da un cosino così piccolo.

Nessuna formalità, si noleggiano due macchine e si parte per visionare un villaggio turistico. Strade magnifiche con gli incroci a rotonda come i paesi leggermente più civili usano. I francesi preferiscono regolare il traffico che usare il bidè. Puzzeranno di più, ma muoiono di meno. Si passa qualche ora sul luogo che si deve visitare, in mezzo ad una natura molto bella, molti giardini di aranci che nessuno raccoglie. Forse per piantarli hanno i contributi statali e sono sufficienti.



Si va a pranzo da un pastore che forse una volta era un pastore, ma ora ha un buon locale ed abbiamo mangiato piuttosto bene. Poi a vedere un’altra spiaggia facendo una strada disagevole anche per i dromedari e col pilota alla guida di una macchina ed è stata la cosa più pazza che mi è capitato in questi ultimi anni. Nel frattempo si era alzato un vento che fortunatamente era da ovest, altrimenti forse eravamo sempre in volo. Dopo di nuovo all’aeroporto per il ritorno con qualche patema d’animo per quella tremenda sventolata. Ma o il volo è stato autorizzato o a quelli dell’aeroporto non fregava nulla di quel branchetto di svitati. Ed eccoci di nuovo in volo, e che volo……. A balzelloni tanto che ci si sollevava sui sedili sui vuoti d’aria, a quota più bassa perché dice il pilota, si sarebbe allungato troppo, ma si sarebbe vissuti molto meglio.

Pianosa…..in lontananza Montecristo….Elba, e qui gli scossoni hanno raggiunto il massimo perché le montagne provocano questi numeri. Sono sicuro che almeno il 90% dei presenti hanno pensato, "ma chi me l’ha fatto fare?" Non sappiamo se è stato disturbato anche qualche santo, ma credo di si.

Però l’Elba vista dall’alto è veramente uno spettacolo.

E poi il nostro bravo (anche se mezzo matto) pilota ha fatto il solito buon atterraggio. Si scende tutti molto felici e tranquilli, nessuno ha avuto timore anche se mediamente il colorito dei felici passeggeri andava dal verde pallido al giallo limone. Nessuno ha baciato la terra perché ci si vergognava un po’, ma mentalmente lo abbiamo fatto tutti.

Abbiamo fatto un paio di giri intorno all’aereo ringraziando i costruttori perché si è comportato egregiamente. Il viaggio di ritorno è durato una mezz’ora, una mezz’ora lunga tanto tempo, forse la più lunga, per il momento.Lo rifarei? Credo proprio di si. Le cose normali sono per gente normale. Mica per quelli come noi. (Pubblicato il 08 gennaio 2004) - Letture Totali 112 volte - Torna indietro



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