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Breviario indiano

Racconti e Articoli di Viaggio

Introduzione del libro-diario BREVIARIO INDIANO, di Pietro Zanetti, autopubblicato su "Il mio libro " di kataweb libri, in formato cartaceo o in e-book.

Breviario indiano

Sito o fonte Web: ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=917529 Mi piace e condivido la frase di Proust: "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel vedere nuove terre, ma nel guardare con nuovi occhi...." Auguro a tutti i navigatori di viaggiare con responsabilità, attenzione e rispetto per le persone e le culture dei paesi visitati. Ritorneranno migliori di prima.

INTRODUZIONE

Mi sveglio sudato e da un sonno così profondo che fatico a connettere dove sono. Mi ero bevuto una maxi birra Kingfisher, insieme al sandwich del mio lunch, seduto all’indiana sui materassi sotto un baldacchino nella grande terrazza dell'hotel Karnot Mahal.

Poi ho dormito all’aperto dimentico di tutto, conscio solo del canto degli uccelli e dello scroscio dell’acqua di una fontana.

Questi suoni non riescono comunque a ricoprire del tutto il rumore di fondo dell'animato mercato in corso che si tiene al di là della terrazza della haveli, un antico palazzo di qualche signorotto locale ora destinato ad hotel.

Soldi, borsa, documenti sono rimasti abbandonati accanto a me ma la tranquillità del posto mi ha contaminato e la cosa non mi preoccupa.

Sono in un vecchio quartiere di Jaipur, capitale del Rajasthan, arido e polveroso stato del Nord Ovest dell'Unione Indiana.

Per accedere all’hotel Kumar ha guidato a passo d’uomo lungo Ramgani Bazaar tra risciò, il rumore e lo smog prodotti dai due tempi dei tuk tuk, carri carichi di merci trainati da dromedari, biciclette, motorini, qualche elefante.

Il mercato è animato e miserabile, gli stracci variopinti sono ammucchiati per terra, la frutta e verdura accatastate tra polvere e mosche, ferramenta e pezzi meccanici usati sono esibiti disordinatamente tra vacche che girano libere e maiali che rovistano tra la spazzatura, donne che esibiscono sari di abbaglianti colori in un frastuono uniforme.

Ryszard Kapuscinski, un famoso reporter polacco, nei suoi viaggi preferiva sempre vivere nei quartieri popolari per avere una percezione diretta del paese che visitava; riteneva che stare con altri giornalisti nei quartieri per occidentali gli avrebbe dato una visione alterata della realtà locale. Io ho fatto la stessa scelta, evitando accuratamente gli hotel turistici, concentrati dall‘altra parte della città; qui sono il solo occidentale tra i pochi ospiti.

Anche i libri di Tiziano Terzani e di Pep Subiros hanno influenzato il mio modo di viaggiare; ho deciso infatti di non programmare un itinerario ben definito, lasciando al caso la scelta delle mete ed usando anche i normali mezzi pubblici, tralasciando le affollate comitive di turisti all inclusive. La conseguenza è che, al di fuori dalle località più famose, sono sempre da solo.

Mi sento in pace; sento solo vagamente i richiami della famiglia e del lavoro, quasi vivessi qui da molto tempo.

Le passioni sono accantonate e, superato l’impatto iniziale, vago come in un sogno per questo paese stupefacente, annotandone le bellezze architettoniche, la cordialità e l’umanità delle persone, cercando di cogliere il senso del mio andare.

Ieri a Galta, nel Monkey Temple, sono stato morsicato da una scimmia e la cosa in un primo momento mi ha allarmato (in India ogni anno 30.000 persone muoiono di rabbia) ma poi, dopo la vaccinazione, ho preso la cosa con fatalismo, come del resto fanno i locali.

Qui sembra che povertà e malattie vengano accettate come un aspetto naturale della vita, conseguente al karma accumulato nelle vite precedenti, cioè il credito o debito generati dalle azioni buone e cattive compiute.

La legge del karma non è rassegnazione o fatalismo, bensì responsabilità nell'agire: "ciò che si semina si raccoglie" secondo un principio di causa-effetto.

Dalla terrazza si scorge un tempio indù, la cui cupola incombe altissima; una lunga scala dà accesso all’interno, dove si vedono sempre fedeli che portano ghirlande di fiori coloratissimi, sacerdoti che officiano e profumati incensi che bruciano lentamente.

Nelle città i templi sono sempre numerosi, segno di come la religione è parte integrante della cultura indiana.

Gli induisti credono che alla morte dell'individuo ci si reincarni nel corpo di un altro essere vivente, in un processo eterno conosciuto come samsara.

La catena di nascite e morti può essere spezzata seguendo il dharma, la retta via; attraverso l'agire disinteressato, l'uomo supera i condizionamenti da lui stesso generati e conquista l'unica vera libertà, quella dal proprio ego.

Scopo finale per gli induisti è ricongiungersi con il Brahman, lo spirito eterno, per i buddisti è arrivare alla pace interiore, all’imperturbabilità del Buddha, liberi dai desideri.

La formazione culturale occidentale è molto diversa: l’individuo viene spinto a modificare il personale destino mediante l’affermazione del proprio io. Questo genera competizione con gli altri individui ed anche stress, sofferenza, depressione per chi fallisce gli obiettivi.

Forse uno dei motivi generatori del viaggio è stata proprio la curiosità e forse la mia affinità nei confronti di questa realtà culturale così diversa.

La saggezza Tao sostiene che... il saggio arriva senza partire... , ma io non sono ancora così saggio e della vita so ancora poco.

La scelta poi di partire da solo è legata alla volontà di mettermi in gioco senza paracadute, di confrontarmi con una realtà assolutamente diversa da quella ben nota; forse il vero obiettivo del viaggio sono io stesso.

Sono arrivato all'aeroporto di New Delhi solo da qualche giorno e mi sembra sia già passato molto tempo.

Le letture propedeutiche non mi avevano spogliato del tutto dagli stereotipi che accompagnano la nostra idea dell'India; avevo ancora una vaga idea del paese da visitare ed un fardello di sentimenti tumultuoso e variegato.

Ero attratto dall’idea di confrontarmi con la spiritualità indiana e nello stesso tempo timoroso di essere da solo per questo grande paese, ricchissimo di storia e cultura ma anche di profonde contraddizioni sociali, con povertà estrema frammista a grandi ricchezze, una tecnologia avanzatissima e sacche di vita tribale, la convivenza pacifica e millenaria di molte religioni che improvvisamente viene travolta da violenza ed intolleranza.

Avevo prenotato solo l'hotel per i primi giorni e, per fortuna, anche il trasferimento dall'aeroporto, visto l’arrivo a mezzanotte locale. (Pubblicato il 07 ottobre 2013) - Letture Totali 100 volte - Torna indietro



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