L'arte della felicità
Editoriale un po' filosofico ma sicuramente non inutile, di Claudio Montalti - Inviato il 29 marzo 2007 da Claudio Montalti.
Sito o fonte Web: www.claudiomontalti.net
Si è svolta nei giorni scorsi (22-25 Marzo) a Napoli una serie di incontri con religiosi, filosofi, scrittori e artisti su "L'arte della felicità". Ne sono emersi, e non è stata davvero una sorpresa, alcuni spunti che noi di Viaggiatorionline ci facciamo carico da sempre di promuovere e diffondere. Vivere ogni giorno cercando di trasmettere l'idea che una vita migliore la si realizza partendo dalle più piccole cose, unita alla consapevolezza che tutti gli esseri umani sono profondamente interconnessi, è una di queste, principio da cui non si può proprio prescindere per essere felici.
Non si scopre nulla di nuovo. Queste cose le sintetizzava più di 2000 anni fa un signore che predicava "ama il prossimo tuo come te stesso".
E' una ricetta tanto semplice quanto gustosa e appagante.
Non c'entra infatti nulla con l'essere felici raggiungere mete difficili, o possessi materiali di nicchia, la strada che il Sistema ci spinge tutti a percorrere sempre più velocemente. Guai a fermarsi per pensare. Invece fermarsi per condividere piccole cose, momenti, parole e sentimenti significa superare animosità, odi e violenze e predisporsi a ricevere.
Tutti i giorni vogliono convincerci che ad "essere buoni" nei confronti del prossimo significa esporsi, nel migliore dei casi a delusioni, e nel peggiore a violenze di ogni tipo. Può succedere, e succede, però il fatto che nella realtà questa statistica si riduce a molto meno di una volta su centomila - se non meno - ovrebbe facilmente condurre al ragionamento che non è davvero la scelta migliore quella di essere sempre prevenuti, pessimisti, paurosi nel donare qualcosa di sé al prossimo.
Non siamo nati per soffrire.
Anche senza arrivare all'ideale dell'amare ogni persona con lo stesso trasporto con cui ci si dona ai propri figli, si può comunque vivere molto meglio abbassando la guardia, mostrandosi curiosi e generosi col vicino, con l'amico e, perchè no, col nemico. Reagire subito con violenza, fisica o verbale, o facendo muro, non serve a niente e a nessuno. Molto meglio il sorriso. Un così piccolo dono non costa nulla, stempera subito i toni e predispone al dialogo. Poi si può non essere d'accordo su nulla, ma questo è un altro discorso. E per difendersi c'è sempre tempo...
Recita bene una massima buddista molto famosa. "Sarai felice fino a che non permetterai al tuo nemico di turbare la tua mente e di reagire con l'odio."
Seguitela. Vale con tutte le persone e per tutte le situazioni, dal quotidiano in famiglia alle cose di lavoro, dai rapporti tra singoli individui a quelli tra grandi gruppi di persone.
Aprirsi, e non chiudersi, significa predisporsi alla felicità. (Pubblicato il 29 marzo 2007) -
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