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Corsica: naturismo a Punta Chiappa

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Il racconto di una esperienza naturista a Punta Chiappa, vicino a Portovecchio, in Francia. Corsica, di Alberto Angelici - Inviato il 11 agosto 2006 da Aziza.

Corsica: naturismo a Punta Chiappa

Appena oltre l'incrocio con la statale, la strada si snoda stretta e serpeggiante. Alti eucalipti la ombreggiano. Le chiome trasandate e tristi ricordano il salice e i tronchi a torciglione variegati di bianco si innalzano come colonne di tempio, il rosso bruciato della corteccia in nuance perfetta con quello più vivace delle querce da sughero appena scorticate.

Nove chilometri, dice il cartello. Nove chilometri per arrivare in cima alla penisola detta, chissà perchè, Punta Chiappa. Attorno a noi la macchia mediterranea imperversa, si apre all' improvviso in vividi squarci di mare azzurro, piccole lune di sabbia e scogli contorti poi si riappropria del paesaggio, rigogliosa e prepotente.

Curve, contro-curve, dossi e avvallamenti e qua e là, scorci subito scomparsi di basse ville nascoste nel verde. L'asfalto sembra continuare all' infinito poi, finalmente, ecco il villaggio (Village La Chiappa, F-20137 Porto Vecchio - Corsica), la nostra meta. Sappiamo che i boungalow sono molti e sulla destra s'intravede l'area destinata a campeggio ma ogni costruzione è bassa e ben si mimetizza nella vegetazione rigogliosa al punto tale che alla prima, superficiale occhiata, sembra che la reception stia a guardia di un bosco.

Lentisco e mirto, erica e corbezzolo, arbousier in francese, ginestre, ginepri e roverelle, e piante aromatiche come il cisto e il timo e il camedrio arboreo e il rosmarino la fanno da padroni, qui, in un apparente disordine che ha il sapore e i profumi di terre lontane e antiche. Non per nulla a un'ora di cammino, lungo un sentiero scavato nella macchia, c'è una splendida, piccola spiaggia di sabbia bianchissima chiamata Tahiti. La incorniciano alte pareti di roccia rosata e un mare assurdamente blu, trasparente come vetro.

Entrando nel villaggio s'apprezza subito il silenzio come qualcosa di tangibile. Colgo il fruscìo del mare sulla spiaggia, il pigolare lontano di un gabbiano, lo scalpiccìo attutito delle persone che percorrono i viottoli interni che collegano le varie zone del villaggio, verso il mini-market da una parte o verso il bar-ristorante dalla cui bassa terrazza si domina l'elissi della spiaggia.

Sulla destra è la grande piscina e il lettini del solarium, nascosti tra grandi massi di roccia e cespugli fioriti di rosa e di azzurro. Una grande aloe getta orgogliosa al cielo il suo altissimo fiore simile a un albero, bouganvilleas e hibischi esplodono colori assurdi sulle croste brune di un vecchio muro.

Boungalow essenziale ma piacevole: non manca nulla di ciò che davvero serve. Letti duri, pareti color crema, da una parte la cucina in muratura così come due armadi a ripiani, perfino abbondanti per l'esiguo guardaroba di chi sa già che trascorrerà le giornate senza nulla addosso che non siano occhiali da sole e sandali infradito. Sul davanti la veranda con tavolo e poltroncine. Un coppo in coccio, che funge da lampada, spande sulla parete caldi riflessi d'avorio.

Alla forcella di un grosso ramo di corbezzolo vedo incastrata di piatto una bottiglia da minerale. "Guarda tu quanto è maleducata certa gente" - borbotto, prima d'accorgermi che la plastica è tagliata lungo il lato superiore. L'interno, colmo a metà d'acqua, funge da mini abbeveratoio. Un tremar di foglie, un rametto flette sotto il peso di due uccellini che in un paio di saltelli tuffano il becco per dissetarsi. Quanto sono buffi e dolci, penso, e resto ad osservarne i brevi movimenti scattanti. Penso anche che sarebbe una simpatica pubblicità per qualunque acqua minerale che, orgogliosa, potrebbe mostrare di essere a tutti gradita…perfino agli uccelli!

Nudo, assaporo il piacere di esserlo, senza timore di scandalizzare, senza alcun senso d'imbarazzo. Piacere primordiale, forse qualcosa che mi viene da lontano, retaggio di qualche antenato cavernicolo? Non so e francamente neppure m'importa. So solo che sto bene, benissimo. In piedi, sul limitare della veranda, assorbo con la pelle e con i sensi l'ambiente che mi circonda, ne studio l'armonia, mi riempio della sua pace.

La cambusa piange. Decisamente serve sperimentare la disponibilità del market. Cinque minuti e ci sono, intanto che Anna finisce di sistemare le nostre cose.
Vedo subito che c'è un po' di tutto. Riconosco etichette note, ne studio altre mai viste prima: scatole e vasetti di patè di varie carni, dovizia di marmellate locali a base di castagne, perfino couscous algerino già pronto e condito con verdure: basta solo scaldare. Boh! Al reparto biscotti il mio sguardo coglie il passaggio di una signora mora che spinge un carrello. Niente di strano, salvo il fatto che indossa solamente sandali e un cappellino Nike.

Mi supera un uomo corpulento dai chiari tratti germanici; educato chiede permesso e si serve di piselli e fagioli borlotti. Lui, non ha neppure il cappellino. Come me, del resto.

Buffo, sì, davvero buffo aggirarsi tra i banchi completamente nudo, mentre una ragazza e un giovane in divisa verde dispongono merce al suo posto. "On a plus de fromage de chèvre, n'est pas?" osserva il secondo, io passo loro accanto, la ventola del banco frigo si porta via la risposta della collega e mi spara addosso una ventata di gelo. Quelli neppure si girano a guardarmi, anzi credo non mi abbiano neppure visto. In fila alla cassa siamo in quattro, nudi naturalmente.

Un ragazzo foruncoloso e magrissimo mi chiede in francese di allungargli un sacchetto, due vecchie rosse come peperoni chiacchierano animatamente in tedesco ma sembrano ordini sparati alla truppa. Tutto normale, quindi. continua "Corsica: naturismo a Punta Chiappa" (Pubblicato il 11 agosto 2006) - Letture Totali 128 volte - Torna indietro



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