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Verso il lago Bajkal

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Breve racconto sulla Russia dalla Siberia più remota, quella del lago Baikal, di Daniele( info@solosiberia.it )

Verso il lago Bajkal

Sito o fonte Web: www.solosiberia.it Lasciamo la maleodorante piazza della stazione dei bus di Irkutsk e subito fuori città siamo nella steppa mista a foresta, comunque a parte la strada non c'è nulla.

Quattro inglesi, noi due, due francesi, quattro russi, il pulmino è cosmopolita.

Lasciata la statale, dove si incontrano comunque ancora dei paesi, anche se miseri, la "strada" si fa sempre più malandata. A volte non c'è l'asfalto e certi tratti sono addirittura in costruzione, nel senso che enormi caterpillar stanno ancora abbattendo la foresta per creare la base per l'asfalto che chissà quando verrà steso. Logicamente in questi punti il fango la fa da padrone. C'è il rischio serio di infossarsi. Anche perchè il nostro minibus è stracarico. In più nel corridoio interno, già stretto, ci sono accatastati i bagagli. Con il gomito devo spingere continuamente per non essere sommerso dagli zaini. Il paesaggio esterno è uno dei più belli che abbia mai visto. Pascoli a perdita d'occhio, poi foresta, steppa. È vario. All'orizzonte montagne che lentamente si avvicinano a noi. Il sole rende tutto più allegro poi. Lungo il percorso incrociamo mandrie di mucche, pecore, cavalli, non capisco se allo stato brado o no. Più di una volta siamo costretti a fermarci e fare slalom tra paciose mucche che non si schiodano dal manto d'asfalto o addirittura ci stanno sdraiate sopra! Qui non c'è il nostro traffico, è ancora la natura a comandare!

L'azzurro del cielo e il verde dei pascoli sterminati riempiono gli occhi fino a dove essi possono arrivare... e oltre.

La strada però è un cimitero. Decine e decine di lapidi da entrambi i lati stanno a ricordare le vite spezzate di chissà quante persone. Una strage. Il nostro autista intanto a 150 km orari sfreccia su una lingua d'asfalto a bordo di un mezzo carico all'inverosimile. Non vorrei aggiungermi ai tetri cippi che già "decorano" i bordi di questa via di comunicazione...

Ad un certo punto la strada è cosi polverosa, a causa anche delle auto che ci precedono, che resistere sul furgone diventa davvero una prova non facile. Posso vedere la pelle diventare grigia, cosi come i sedili, per l'enorme quantità di pulviscolo e terra che entra nel pulmino pur coi finestrini chiusi! Il respiro si fa sottile per cercare di non riempirsi la bocca di terra ma sono gli occhi a dare più fastidio: ogni battito di palpebre è una tortura, mi sembra di avere la sabbia di tutta la Versilia dentro! L'unica soluzione è aspettare che ricominci l'asfalto...

A metà percorso sosta sui monti per rifocillarci. Infatti un gruppo di anziane signore è appostato con prodotti delle loro terre da vendere. Pirashki, patate, uova, bibite, marmellate. Nei paraggi abbiamo il primo incontro con la cultura sciamanica: ad alcuni alberi, sulle fronde, sono appese decine e decine di strisce di stoffa che rappresentano le preghiere delle persone che passano da qui, i loro desideri. Cosi, appese agli alberi, per il vento sarà più facile portarle agli spiriti, ogni volta che soffia. Si elevano al cielo.

Anche dei pali di legno, delle specie di totem, sono infissi nei punti che gli sciamani ritengono centri di energia. Sono completamente avvolti dall'abbraccio delle striscioline di stoffa. Ai loro piedi chi vuole lascia un'offerta: wodka, sigarette, monete, fiori. Al pomeriggio giungiamo all'approdo per il traghetto che fa la spola tra la terraferma e l'isola Olkhon.

Saranno un paio di km. La vista lascia senza fiato. Le rive nord occidentali del Bajkal sono disabitate, l'isola stessa è abitata solo d'estate da un migliaio di persone concentrate in un unico villaggio. È lunga 80 km circa per 15 di larghezza. Da qui si vede solo steppa, ovunque. Una strada sterrata parte in lontananza, sulla riva dell'isola per arrivare al villaggio dopo 35 km . L'unica strada sull'isola.
A est si estende l'immensità del Bajkal, non si vede l'altra riva. L'acqua del lago è pulitissima. È il lago più profondo del mondo. Nei pressi dell'isola si raggiungono i 1600 m di profondità. (Pubblicato il 10 gennaio 2006) - Letture Totali 67 volte - Torna indietro

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