Il Paese delle Sabbie Bianche
Racconto quasi fiabesco sulla Tunisia, il Paese delle Sabbie Bianche e della famosa Tunisi, di Robo Gabr’Aoun - Inviato il 23 febbraio 2004 da Robo GabrAoun.
Il Sahara Tunisino è una regione poco battuta del Turismo che racchiude bellezze naturali uniche nel suo genere grazie all’incredibile varietà di paesaggi desertici che può offrire ad un visitatore attento. A causa del boom turistico della vicina Libia, a cavallo degli anni tra il '96 ed il 2000 questa regione non è stata coinvolta dalla massificazione del turismo Sahariano, ed ancora oggi essa si presenta quasi totalmente intatta e scevra dai fenomeni di affollamento che invece caratterizzano le regioni sahariane più classiche grazie anche ai severi vincoli militari che ne regolano l’accesso. Questo viaggio inizia là dove terminano i comuni viaggi organizzati, e conduce ad un Sahara che ancora sa donare emozioni uniche di intimismo e riflessione, silenzio e vento: il Paese delle Sabbie Bianche.
A torto sottovalutato e poco considerato per via della sua relativa vicinanza e facilità di accesso, il Sahara Tunisino offre quindi spunti di ineguagliabile bellezza, oltre che itinerari di elevata difficoltà tecnica sui fondi più diversi, dalla pista classica al fuori tracciato tra colline sabbiose che nulla hanno da invidiare alle grande guglie delle depressioni desertiche libiche ed algerine.
L’assenza quasi totale di turismo ha inoltre in gran parte salvaguardato le popolazioni autoctone, che in queste terre ancora transumano lungo rotte e carovaniere invariate dalla notte dei tempi. Tuaregh del Nafoussah libico, M’razigh Algerini, Wergammha, R'baia pascolano con le loro mandrie nelle radure tra le dune di Djebil, nelle grandi spianate ad est di Bir Pistor o nelle immense vallate interdunarie intorno a Zemlet Bhorma.
Vestigia storiche di incommensurabile fascino costellano tutta la regione tra Remada e Tiaret, dai villaggi Berberi abbandonati alle opere di irrigazione intorno ai centri ormai deserti lungo le carovaniere risalenti dal Fezzan. Siti archeologici sconosciuti si estendono nelle lande desolate, là dove intere foreste di euforbiacee fossili si innalzano dalle sabbie ocra come vessilli, lontano dagli sguardi di ignari viaggiatori in viaggio verso il sud. Picchi di arenaria erosa dal vento che si ergono come scogliere ciclopiche assediate da un maremoto di sabbie candide a pochi passi dalle piste più conosciute, offrono punti di osservazione inimmaginabili. E poi pozzi, pozzi abbandonati e non, con la loro storia antica e recente di uomini e di sete, le loro leggende, i loro marabutti.
Le varie tonalità delle sabbie dell’Erg Orientale formano un puzzle dai colori unici, fino al tripudio delle bianche colline di Bordij El Kadhra, dove la magia sinuosa delle grandi ghurdas di sabbia dai colori di pallida luna si specchia insieme ai giunchi nelle acque cobalto di un lago, là dove il silenzio regna sovrano, a poche decine di chilometri dalla libica Gadamesh e dall’Algerina Deb Deb. continua "Il Paese delle Sabbie Bianche" (Pubblicato il 23 febbraio 2004) -
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