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Andando per deserti

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Emozioni e impressioni sul Sahara di Libia, Egitto, Marocco, Algeria, Tunisia e Niger e sull'Africa e i deserti in genere, di Robo Gabr'Aoun - Inviato il 13 gennaio 2004 da Robo GabrAoun.

Andando per deserti

Spesso si sente parlare di Sahara, e ci si immagina un mare di sabbia, di dune dorate dai rilievi impervi e dalle linee sinuose… Un mare di sabbia solcato da carovane di dromedari, cavalcati dall’immancabile e romantico Targui, avvolto nel suo thaghelmoust color indaco… Vengono alla memoria gesta gloriose di eserciti europei, coraggiosi nel loro tentare di civilizzare genti barbare e sanguinarie… Che sia questo il Sahara?

No... Sahara è nulla di tutto ciò.

Sahara è la lotta quotidiana dell’uomo e di tutte le altre forme di vita che lo circondano alla ricerca del sentiero della sopravvivenza. Sahara è il calore immenso del sole che fonde le rocce, ed il gelo della notte che le spacca come fossero grissini. Sahara è il tempo che non scorre, il luogo dove tutto è vento e silenzio, e le emozioni dell’uomo vengono amplificate all’ennesima potenza, nel bene e nel male. Sahara è il concetto stesso di distanza e di infinito, il senso di vertigine che provoca l’osservare nella notte un cielo troppo grande per poter essere abbracciato completamente. Sahara è riscoprire il potere del fuoco, fuoco che riscalda, che dà il cibo. Sahara diviene il più bel salotto del mondo quando, la sera, ci si raccoglie intorno ad esso a parlare ed ascoltare, a sognare…

Sahara è l’orizzonte piatto tutt’intorno, una distesa infinita di pietre tutte uguali, la mancanza assoluta di punti di riferimento, e l’anima che urla mentre gli occhi cercano un porto dove approdare… Sahara è l’indigeno amico, che sorride accanto a te, ed è il predone che con l’inganno ti deruba dell’auto e ti condanna a non tornare.

Sahara è sì anche dune dorate ed immense, mobili colline di morbida sabbia dalle infinite sfumature di colore, dal giallo al cremisi più intenso, ed è l’emozione incomparabile che si prova a scalarle e discenderle, a piedi o con un’auto od una moto… Sahara è il miracolo del Pesce delle Sabbie che vive addormentato anche per anni in un bozzolo di sabbia umida, a pochi centimetri dalla superficie arroventata dal sole, o l’allegra corsa del Fennek che attraversa a perdifiato una pianura…

Sahara è il miraggio perfetto di un mare all'orizzonte e la crudeltà del suo scomparire al nostro avvicinarsi. Oppure l’oasi persa nel nulla, macchia scura in un mare di ocra gialla, paradiso di ombra, acqua e frescura per i viandanti e perfetto esempio di adattamento dell’uomo alla natura ostile. Sahara è il nomade oppresso da confini politici imposti a tavolino ed è lo stesso nomade che si ribella, peraltro conscio di ingaggiare un duello già perso in partenza.

Sahara è il miracolo del sale nelle oasi di Teguida ‘N Tessem, Bilma, al lago di Trouna, ed è l’azalai, la carovana dei pani di sale, che nulla ha di romantico, ma è mera necessità, strumento di sopravvivenza per centinaia di uomini che nel nulla nascono, vivono ed invecchiano... Sahara è arsura e sete, e nello stesso tempo è montagne e vulcani, laghi blu cobalto ed immense pianure di argilla che intrappolano le ruote e imprigionano le scarpe.

Sahara è l’ululato dello sciacallo nella notte che paralizza i pensieri ed è la sorpresa di migliaia di piccole impronte sulla sabbia di un campo al risveglio. Sahara è il viaggiare per mille chilometri senza mai incontrare un altro uomo, ed è la gioia dell’apparire di un villaggio dopo giorni di nulla. Sahara è la storia degli antenati dell’uomo, impressa da artisti che nulla hanno da invidiare ai grandi del Rinascimento italiano, sulle rocce di Mathendousc, in Tibesti, nel Tassili e nell’Hoggar, circa 13.000 anni fa.

Sahara è la culla di grandi civiltà come i Garamanti, i Numidi, ed è la terra di piccole etnie, come i Daouada. E’ la terra dei grandi nomadi Peul, Sharawi, Tubu,Chamba e molti altri, ed è la testimonianza vergognosa del passato colonialista dell’Europa intera. Sahara è capire l’importanza di un pozzo, in un mondo dove l’acqua impone il tracciato delle strade, il concentrarsi dei villaggi, l’abbandono di intere regioni. Sahara è il museo a cielo aperto di Gaoudoufoà dei Dinosauri, in Niger… E’ il paese dove anche un albero isolato può essere così importante in una pianura desolata da essere riportato sulle cartine di tutto il mondo, l’Arbre du Tenerè….

Sahara è perdersi nel silenzio, perdere i preconcetti del nostro vivere civile e ritrovare l’essenza della propria spiritualità, toccare le radici dell’anima, e rinascere, nuovi uomini in un mondo antico, a ritrovare sensazioni perdute, a ritrovare sé stessi.

Sahara è tutto questo e molto di più. (Pubblicato il 13 gennaio 2004) - Letture Totali 76 volte - Torna indietro



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