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Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili

Commercio equosolidale, Solidarietà, Onlus

La Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili nel Mondo. Viaggiare: documento di importanza fondamentale per coloro che intendono realizzare proposte di turismo responsabile, di Francesco Cataldo

Mondo. Viaggiare. Commercio equosolidale, Solidariet?, Onlus

Questo documento, redatto nel mese di novembre del 1997 a Verona e sottoscritto da undici associazioni impegnate sul fronte del turismo, rappresenta un’ulteriore tappa fondamentale per la realizzazione di un turismo intelligente. La peculiarità di questa “Carta” consiste nel target a cui essa è riferita: non più solo agli operatori professionali del settore che intendano attivarsi per la realizzazione di una domanda turistica sostenibile, ma anche e soprattutto, a tutti i potenziali turisti che vogliano contribuire a questa idea nuova di viaggiare, all’effettiva realizzazione del turismo responsabile.

Infatti, tale innovativo documento si fonda principalmente sulla maggiore consapevolezza del consumatore-turista al centro del sistema turistico che è capace di far cambiare effettivamente la realtà delle cose. Il documento si divide in tre parti che prendono in considerazioni le tre diverse fasi dell’esperienza turistica: la fase pre-partenza, il viaggio e il momento del rientro, fornendo consigli sul modo di comportarsi per attivare i principi della sostenibilità del viaggiare responsabile. Consigli sono forniti anche alle comunità locali per l’attivazione di un’industria turistica realmente sostenibile. Proviamo ad esaminare questo decalogo del “turista responsabile”.

Nella fase pre-partenza è bene interrogarsi su quali siano le reali aspettative e le reali motivazioni che ci spingono al viaggio, oltre a quelle, ovvie, di trascorrere un periodo di tempo libero nel modo che maggiormente ci aggrada; ottenere dall’intermediario turistico che vende il viaggio il maggior numero di informazioni sia sugli aspetti tecnico-logistici del viaggio stesso, sia, soprattutto, sul contesto socioculturale da vistare, in modo da evitare di danneggiare, con i propri atteggiamenti, particolari usanze e costumi del luogo. Di fondamentale importanza, in questa fase, sarebbe la possibilità di effettuare incontri con i futuri compagni di viaggio, qualora si partecipi a viaggi organizzati di gruppo, e con i propri accompagnatori o, addirittura, con esponenti delle realtà locali oggetto del viaggio, qualora esse siano molto differenti dalle nostre. Inoltre, sarebbe buona norma chiedere effettive garanzie agli organizzatori sulla qualità del viaggio dal punto di vista etico, sulle sue caratteristiche economiche e sociali e sulla trasparenza del prezzo, informandosi su quanta parte del denaro speso sarà effettivamente introitato dalla comunità locale.

Queste prime indicazioni possono sembrare, per certi versi, eccessive e atipiche, e forse lo sono, ma bisogna tener presente che questo documento ha anche un aspetto “ideologico” e, in quanto tale, riassume i “comandamenti” del turista responsabile per eccellenza. Ciò nonostante alcune idee, quali l’opportunità di informazione sulle realtà locali da visitare e la politica del “prezzo trasparente” da ottenere, sono ottimi consigli che chiunque dovrebbe attuare in modo da evitare spiacevoli conseguenze a proprio carico.

La seconda parte della “Carta”, come detto, è inerente al viaggio vero e proprio; in questa fase bisognerebbe attuare i principi del “viaggiare responsabile” anche nelle piccole azioni quotidiane, per esempio, integrandosi il più possibile con la realtà locale senza chiedere favoritismi di sorta che vadano contro gli usi locali; in poche parole, rispettare la realtà del luogo, e non attuare comportamenti di impatto negativo sulla popolazione locale. In riferimento a questa fase, il documento è molto chiaro: il turista responsabile è in antitesi alla figura del turista medio, che crede che tutto gli sia permesso, o addirittura dovuto, in quanto ha pagato. Spirito di adattamento e rispetto sono le parole chiavi di un atteggiamento responsabile; questo è quanto traspare non solo dalla lettera di questo documento, ma da tutte le fonti informative disponibili sul turismo sostenibile e responsabile.

Nella fase del rientro, il turista responsabile deve, innanzitutto, “tirare le somme” dell’esperienza vissuta e verificare se è riuscito ad integrarsi realmente con la comunità visitata, cercando, qualora li abbia intrapresi, di far seguito ai rapporti stabiliti con la gente del luogo. Infine, è bene riportare le proprie osservazioni in merito agli organizzatori del viaggio, in modo da ottimizzare l’organizzazione del viaggio e rendere meno gravoso possibile l'impatto che il turismo ha sulle comunità locali.

Agli operatori del settore e alle comunità ospitanti, tale documento ribadisce i principi fondamentali della sostenibilità, invitando ognuno a giocare il suo ruolo nel miglior modo possibile: gli operatori, fornendo un servizio in linea con lo sviluppo durevole del territorio; le comunità ospitanti garantendo standard qualitativi elevati per le proprie aree, in relazione alla propria realtà socioeconomica ed evitando inutili sconvolgimenti in favore di un aumento della domanda turistica. Poiché gli stessi principi che regolano i viaggi all'estero valgono anche per l’incoming turistico italiano, ecco nascere l'esigenza di una "Carta Italia". A tale scopo, nel 2002 AITR realizza “Bel Paese Buon Turismo”, il primo codice turistico mirato esplicitamente al turismo in Italia, ancorché ispirato ai principi, alle raccomandazioni, alle dichiarazioni e ai criteri che l'hanno preceduto a livello internazionale.

Questo codice etico realizzato da AITR si pone nel solco segnato dal “Codice globale di etica per il turismo” redatto in precedenza dall’Organizzazione Mondiale del Turismo e suddiviso in 9 articoli indirizzati ai governi, ai tour operator, e ai semplici turisti per la realizzazione dei principi di un turismo consapevole e sostenibile. Tornando al documento oggetto della nostra analisi, la “Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili”, risulta subito palese che essa debba considerarsi il “manifesto” del turista responsabile e dell’industria turistica sostenibile e, in quanto tale, debba essere giudicata; infatti, nonostante l’eccessiva presenza di raccomandazioni “filosofiche” sul comportamento da tenere prima, durante e dopo un viaggio, rappresenta, comunque, una certificazione importante per il turismo responsabile e un ulteriore fonte di raccomandazioni per la realizzazione di un’offerta turistica sostenibile.

I concetti fondamentali stabiliti in essa sono di rilevante importanza e sono stati effettivamente ripresi dalle associazioni aderenti a tale documento. Per esempio, nel corso dei nostri studi, abbiamo potuto verificare come sia prassi costante di molte associazioni del turismo responsabile, l’organizzazione di incontri "pre e post viaggio" per i turisti; tali incontri servono anche per conoscere meglio i partecipanti al viaggio, soprattutto se trattasi di un viaggio di gruppo, oltre che per comunicare informazioni utili per il viaggio. Inoltre, nel prospetto informativo inviato dall’organizzatore del viaggio, anche a mezzo telematico, è presente sempre una dettagliata informazione delle spese da sostenere per il viaggio, indicante i motivi e i destinatari di tali spese. Ovviamente un comportamento del genere favorisce una maggiore conoscenza delle caratteristiche e soprattutto una sostanziale “trasparenza” del prezzo del viaggio; non dovrebbe, però, essere prerogativa esclusiva delle associazioni o dei tour operator del turismo responsabile, ma buona norma per qualsiasi operatore del terziario.

Quanto di tutto ciò, poi corrisponda effettivamente al vero, e quanto invece faccia parte solo di un’ottima operazione promozionale non ci è possibile dire; non resta altro che accettare per veritiero quanto è stato possibile finora apprendere, riservandoci di esprimere un giudizio più approfondito dopo aver “verificato sul campo” la realtà delle cose. Un ultimo appunto da fare a quest’importante documento è il seguente: nel leggerlo, chiunque ha l’idea che il turismo responsabile sia qualcosa che abbia a che fare solamente con realtà sconosciute, lontane, diverse dalla nostra e non che questi consista soprattutto nel viaggiare rispettosi di qualsiasi realtà sociale, anche quella a noi più familiare, più vicina. Questa precisazione ci sembrava necessaria, onde evitare di creare nella mente di chi legge la semplicistica similitudine tra turismo responsabile e turismo con destinazioni esotiche, lontane; nulla di più falso!!

Questo documento dovrebbe farci riflettere sugli abituali comportamenti che adottiamo nel corso dei nostri viaggi: indipendentemente dalla meta, sia essa vicina o lontana, non bisogna mai dimenticare di RISPETTARE le peculiarità delle comunità visitate!

Chi è interessato a ricevere il testo integrale della “Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili”, potrete rivolgervi al sottoscritto mediante l’indirizzo email: francescocataldo1979@libero.it

UN ABBRACCIO A TUTTI E… BUON VIAGGIO!!!!
(Pubblicato il 27 aprile 2004) - Letture Totali 81 volte - Torna indietro



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