Huicholes e peyote


Racconto di un episodio di viaggio affascinante nel deserto del Messico di Potosi, tra Huicholes e peyote, di Vincenzo Floramo

Huicholes e peyote Sito o fonte Web: www.floramo.it Era quasi l’imbrunire. Come ogni sera, Carlo ed io stavamo preparando la cena con il nostro fornello da campeggio, la solita pasta messicana che non tiene la cottura quando lei entrò silenziosa, senza disturbare la nostra quiete quotidiana. Alloggiavamo ormai da più di un mese in quel piccolo monolocale con adiacente un giardinetto monopolizzato dai cactus, in Real de Catorce, nel deserto messicano di Potosi. Fabbricavamo dei mocassini di pelle che poi erano venduti al mercato, attività che ci permetteva di sbarcare il lunario ed allontanare il più possibile il giorno del rientro nel vecchio continente.

Qualche riga sulla storia di questo posto. Real de Catorce fu fondata ufficialmente nel 1639 col nome di Real de los Alamos de la Purisima concepcion de los Catorce, come volle il suo primo governatore il marchese di Caderyeta. A partire dal 1770 si cominciarono a trovare sempre più filoni d’argento di un’eccezionale abbondanza e ricchezza, provocando così una febbre “dell’oro” che, per i parametri dell’epoca, provocò una crescita spettacolare del paese. A metà dell’ottocento il Messico finì in un periodo di grossa instabilità politica, ma non Real de Catorce in cui si continuava ad estrarre moltissimo argento.



La città contribuiva, insieme alle miniere Messicane di Zacatecas, Guanajauato e Catorci, a soddisfare metà della richiesta d’argento del mondo. Si calcola che 15 mila persone vivessero a Real, sufficienti per convertire in metropoli un paesino di quell’epoca. Nel 1910 la convulsione politica era così grande da far chiudere le miniere di Real de Catorce, e la maggior parte dei suoi abitanti abbandonarono le loro case. Nel 1920 rimanevano meno di 300 anime.

Real acquistò quindi la fama di città fantasma, ma ad ogni modo oggi non si può realmente di parlare realmente di paese abbandonato in quanto a partire dagli anni ‘70 decine di persone hanno fatto di Real la loro casa. Attualmente 1.200 persone vivono a Real. L’attività principale è ovviamente il turismo, eravamo rimasti che stavamo preparando la cena….

La ragazza entrò timidamente senza dire nulla, nella mano destra un foglietto su cui scrisse poche righe: “Sto cercando un alloggio per dormire questa notte, non v’importa ospitarmi?” Era mancina, proprio come me. Sarà una cavolata, però i mancini mi prendono sempre bene…

C’è da dire che sto parlando di anni in cui Real non era sviluppata turisticamente come i giorni d’oggi: esisteva solo un hotel, riconoscibile come tale dall’insegna, mentre per il resto bisognava rivolgersi alle famiglie che affitavano delle stanze o, come nel nostro caso, una “casetta” completamente vuota. Decidemmo così di ospitare Rocio, questo il suo nome scritto sul solito foglietto. Non era gran che: dormivamo sulle amache e il mobilio consisteva in un unico tavolo da lavoro che di sera si trasformava in cucina. continua "Huicholes e peyote" (Pubblicato il 27 agosto 2004)